Morto Paolo Spada, la sua storia da medico a paziente: non avere paura, seguire le passioni e dare il massimo

Aveva 56 anni e viveva a Buccinasco, nel Milanese, con la moglie e i figli. Lavorava come chirurgo vascolare e docente alla Clinica Humanitas di Rozzano. Ha combattuto per mesi contro una grave malattia

Il dottor Paolo Spada, chirurgo vascolare e docente alla Clinica Humanitas di Rozzano

Il dottor Paolo Spada, chirurgo vascolare e docente alla Clinica Humanitas di Rozzano

Buccinasco (Milano), 25 maggio 2024 – Buccinasco e Clinica Humanitas di Rozzano in lutto: è morto il dottor Paolo Spada, chirurgo vascolare e docente. La malattia con cui ha convissuto per mesi lo ha spento a 56 anni.

Spada viveva a Buccinasco con la moglie Barbara e i figli, ma era conosciuto in tutta Italia ed era diventato un punto di riferimento importante, medico e umano, capace di parlare al pubblico con toni sempre chiari e semplici, anche quando trattava argomenti medici.

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La storia, da medico a paziente

Solo tre giorni fa, sul gruppo Facebook Humanitas Research Hospital, l’ospedale aveva pubblicato un video con la storia di Paolo Spada, un medico che, ad un tratto, si trovava ad indossare i panni del paziente. Quando si è medici e si conoscono già molte risposte, le preoccupazioni di fronte all’incertezza dell’esito della malattia assumono un sapore ancora più particolare.

Nel filmato, il dottor Spada aveva affidato alle parole le proprie riflessioni, l’amore per la musica e per le maratone, le “pillole di ottimismo” che lo hanno reso uno degli esperti più seguiti sui social durante la pandemia, e il grande insegnamento che ha tratto dalla sua vita: non aver paura, seguire le proprie passioni e dare il massimo.

“L’idea di svegliarsi un giorno con una diagnosi terribile è l’incubo di ogni medico, un brutto sogno che ti cambia l’esistenza – aveva raccontato Spada - A me è successo. Da anni convivo con una patologia seria, ma ne ho tratto un ulteriore insegnamento: in un percorso di vita che per tutti quanti è a termine, lungo o corto che sia, l’importante è dargli un significato e vivere appieno la propria esistenza.“

Le ‘Pillole di ottimismo’

Spada era diventato celebre sui social con le sue “Pillole di ottimismo”, una pagina seguita da quasi 200mila persone che ha fornito importanti informazioni e rassicurazioni nel periodo del Covid, con contenuti specialistici anche di virologi. Sul gruppo venivano pubblicate slide che raccoglievano i dati ufficiali del virus, permettendone una lettura più semplice e immediata. Con il passare dei mesi, le slide erano aumentate e venivano modificate e integrate con nuovi dati, per fotografare con efficacia l’evoluzione della pandemia, introducendo, per esempio, anche il confronto con la situazione in UK. Non solo, sulla pagina si è poi iniziato a parlare della campagna di vaccinazione, che è stata seguita con molto interesse, con l’inserimento nelle slide dei numeri di prime, seconde e terze dosi e ribadendo, all'interno dei periodici post di commento ai grafici, il ruolo decisivo che sta svolgendo nel faticoso processo di uscita dall’emergenza sanitaria.

L’addio di Guido Silvestri

Via Facebook è arrivato il commosso messaggio di cordoglio del dottor Guido Silvestri, patologo alla Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti, che insieme a Paolo Spada era l’anima di “Pillole di ottimismo”. “Si è spento serenamente circondato dai familiari dopo una lunga battaglia contro un tumore del pancreas. Per me, e lo so che fa strano dirlo, Paolo è stato un "regalo" del Covid, nel senso che probabilmente non ci saremmo mai conosciuti senza la pandemia”.

Nel lungo post, Silvestri ricostruisce poi l’avventura di “Pillole di ottimismo”. “Lui chirurgo-vascolare a Humanitas, io patologo alla Emory. Entrambi con la passione per la scienza ed i numeri, ci siamo "incontrati" via web agli inizi delle pandemia, con la nascita delle Pillole di Ottimismo, di cui Paolo è stato dall'inizio alla fine il leader e la voce più influente, con la sua rubrica quotidiana "Numeri in Pillole", che per due anni ha fornito all'Italia l'unico termometro vero ed affidabile dell'andamento dei contagi regione per regione. Ma oltre a presentare i numeri con grafici aggiornati, facili da capire ed affidabili al 100% – tanto che li usavano come punto di riferimento anche al Ministero della Salute – Paolo aggiungeva i suoi commenti a volte brevi, a volte più articolati, che si aprivano sempre con la frase "ben ritrovati". Commenti in cui andava di là dei numeri nudi e crudi, comunicando messaggi di razionalità e buon senso, sempre avvolti da profonda empatia umana. Per migliaia di persone le parole di Paolo sono state una vera e propria "salvezza psicologica" in un momento di grande difficoltà”.

Paolo amava molto la frase "ottimismo che viene dalla conoscenza", inventata nel marzo 2020 – mentre dilagava il catastrofismo Covid, alimentato a volte da "buone intenzioni", ma spesso da sciacalli a caccia di vantaggi politici e/o visibilità mediatica – per definire, in poche parole, l'idea che la conoscenza, che viene dalla scienza, generi un profondo ottimismo esistenziale con cui è possibile affrontare con coraggio e senza panico anche la sfida terribile di un nuovo virus senza cadere nel negazionismo (i cui disastri conosciamo dai tempi dell'AIDS). La storia ha mostrato quanto Paolo avesse ragione. Col tempo, grazie a questa sintonia intellettuale ed umana, Paolo ed io abbiamo sviluppato una amicizia profonda. La nostra ultima telefonata, ad inizio maggio, in cui abbiamo parlato di mille cose, rimarrà con me finché vivo, come l'ultima email di pochi giorni fa, che si conclude con le due parole più belle che si possano ricevere da un amico. Paolo mi mancherà tantissimo, perché persone come lui sono rarissime. Era alieno alle smancerie, ma dentro di sè viveva un amore grandissimo per la vita (e per la medicina, la musica, le sue amate maratone...) e per l'umanità, dalla sua splendida famiglia fino a tutti i suoi malati e lettori. Per queste sue doti straordinarie, Paolino nostro rimarrà sempre nel cuore e nella mente di tutti quelli, e sono davvero tantissimi, che lui ha "curato" nel corso della sua vita”.

Affetto e cordoglio social

Appena si è diffusa la notizia della morte di Spada, decine i commenti sui social di cordoglio e vicinanza alla famiglia. “Voglio ricordarti così: un Doc pieno di umanità, un uomo pieno di interessi e di grandi passioni che ha saputo illuminarci e guidarci con le sue "pillole" quotidiane - ogni giorno - durante la pandemia. Aspettavamo i tuoi dati ogni sera tutte insieme, per capire e imparare cosa fosse la pandemia e cosa sarebbe successo. Ci hai insegnato e confortato tanto. Grazie”, ha scritto Vanna su Facebook. Seguita da Anto: “Riposa in pace e grazie per tutto ciò che hai fatto ai tuoi pazienti”. E paolo: 2Sapere che non ci sei più è un dolore immenso. Rimmarrai sempre nei nostri cuori”.