Buccinasco, la Platì del Nord: estorsioni, traffici e arresti nel regno dei Papalia

La presenza della 'ndrangheta nel passato e nel presente della cittadina alle porte di Milano. Intanto si setacciano i possibili legami con i clan della vittima dell'agguato di lunedì

I rilievi sul luogo dell'agguato

I rilievi sul luogo dell'agguato

Buccinasco (Milano) – A luglio il corteo di Libera e di altre 50 associazioni, insieme a 40 sindaci e centinaia di cittadini, aveva sfilato sotto casa di Rocco Papalia, per esprimere solidarietà al sindaco Rino Pruiti, attaccato dal boss di Buccinasco. "Dovrebbe andarsene dalla città – aveva detto Papalia – La ‘ndrangheta? Non esiste, la mafia non esiste". Ma la mafia qui, a Buccinasco, tristemente ribattezzata come "Platì del Nord", la mafia esiste.

Ha scritto le pagine nere della storia criminale del territorio e ancora oggi disegna scenari inquietanti. L’agguato in pieno giorno, alle 10 di lunedì mattina in via della Costituzione, di fianco al parco e a pochi metri dalla scuola, nella strada più trafficata di Buccinasco, non è stato ancora definito omicidio mafioso dagli inquirenti, ma si indaga sul passato della vittima. Paolo Salvaggio, 60 anni, siciliano, è stato ucciso con almeno quattro colpi di pistola da due killer a bordo di un T-Max, ora in fuga. Si setacciano i suoi legami con i clan Barbaro e Papalia che per decenni hanno dominato sul territorio. Lo stesso territorio dove a maggio gli inquirenti hanno scoperto il traffico di rifiuti gestito dai Molluso di Buccinasco in una cava a Zibido San Giacomo. Sempre i Molluso erano presenti anche a Corsico, dove nel 2019 era stato arrestato l’imprenditore Daniele D’Alfonso, in stretto contatto con il clan di Buccinasco.

A novembre del 2020 nei guai era finito un altro imprenditore che investiva soldi sporchi in piccole emittenti che mandavano in onda trasmissioni su previsioni dei numeri del lotto. Peppone Pangallo, genero di Papalia, non indagato in quella operazione, forniva i soldi provenienti dalle illecite attività della ‘ndrina, centinaia di migliaia di euro, agli arrestati che li impiegavano per acquistare rami d’azienda di bar e tabaccherie. Soldi sporchi lavati, ripuliti. Sempre a Buccinasco è stato arrestato lo scorso anno Agostino Catanzariti, braccio destro dei Papalia, evaso dai domiciliari condannato per estorsione, falsa testimonianza, spaccio e associazione.

A Buccinasco emergono anche i giovani criminali, le nuove leve che ereditano il dna criminale. Come Francesco Sergi e Giuseppe Perre, anche loro accusati di estorsione a un imprenditore. Tutto in famiglia: il genero del boss Papalia, Salvatore Barbaro, re del movimento terra lo hanno arrestato nel 2019, dopo la latitanza. Anche il genero di Antonio Papalia, fratello di Rocco, lo hanno portato in carcere dopo la latitanza, nascosto in un appartamento del cognato a Buccinasco per sfuggire alla condanna.

La mappa criminale arriva anche a Cesano Boscone e a Corsico, dove le storiche operazioni dei carabinieri della Compagnia di Corsico (Quadrato e Quadrato 2, 2018 e 2020) hanno messo in luce traffici di droga e intrecci mafiosi. Qui le piazze di spaccio vengono dominate da egiziani, tunisini, marocchini, sempre sotto il controllo stretto dei mafiosi.   

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