NICOLA PALMA
Cronaca

Bruno Megale, primo giorno di lavoro: chi è il nuovo questore di Milano

Nel capoluogo lombardo aveva già lavorato per 15 anni, ricoprendo incarichi di primo piano nella Digos

Milano – La percezione di sicurezza. La criminalità di strada. I fenomeni migratori e i minori non accompagnati. I riflessi delle tensioni internazionali sulla piazza e nelle università.

Primo giorno di lavoro in via Fatebenefratelli lunedì 20 maggio per il neo questore di Milano Bruno Megale, che ha preso il posto di Giuseppe Petronzi, nominato commissario di Governo per la provincia di Trento.

Bruno Megale, nuovo questore di Milano
Bruno Megale, nuovo questore di Milano

Il ritorno in città

Per Megale si tratta di un ritorno all'ombra della Madonnina, visto per quindici anni ha ricoperto incarichi di primo piano alla Digos: prima come funzionario della sezione Antiterrorismo, poi come dirigente. Nel suo curriculum figurano le indagini sul caso Abu Omar e sulle Nuove Brigate rosse. Nel 2015, la nomina a questore, il più giovane d'Italia, con primo incarico a Caltanissetta. Poi il passaggio a Reggio Calabria, dov'è stato per tre anni e sette mesi. Ora il rientro a Milano, per il quale ha ringraziato il ministro dell'interno Matteo Piantedosi e il capo della Polizia Vittorio Pisani: "Sento l'onere e la responsabilità di questo incarico".

I dossier sul tavolo

Megale ha già incontrato il prefetto Claudio Sgaraglia per fare un primissimo punto della situazione e ha subito iniziato a studiare i dossier sicurezza sul tavolo. "Metterò tutte le mie energie e le mie risorse per fare al meglio questo lavoro", ha assicurato il neo questore. Megale conosce bene Milano e sa quanto sia "esigente questa città". Una città "che cambia rapidamente" e che ha un "respiro internazionale". Anche lui, come i predecessori, ha puntato i riflettori sul concetto di percezione di sicurezza, che spesso rischia di far passare in secondo piano i risultati ottenuti dalle forze di polizia in termini di contrasto ai reati: "Il trend generale è in decremento, con numeri positivi, ma si avverte una sensazione di insicurezza con alcuni reati predatori in aumento". Quindi, "bisogna lavorare su questa percezione, sapendo che qui c'è un'iper mediazione".

Un esempio arriva dal corteo del 25 aprile, dove il raid estemporaneo di "tre ragazzi" (il riferimento è all'aggressione davanti a un fast food di piazza Duomo con mazze e aste di bandiera, ndr) ha parzialmente oscurato una manifestazione "con più di 100mila persone". Rispetto agli anni in cui era alla Digos, la criminalità di strada ha assunto molta più rilevanza; così come è esponenzialmente cresciuta l'influenza dei social network, che di frequente anticipano e amplificano le cose che succedono.