Brucia il “faro“ di san Giuliano: "Il suo esempio resta attuale"

Si rinnova l’antica tradizione religiosa. Il patrono e la moglie furono martirizzati nel 304

Brucia il “faro“ di san Giuliano: "Il suo esempio resta attuale"

Brucia il “faro“ di san Giuliano: "Il suo esempio resta attuale"

Col rito del faro si rinnova un’antica tradizione religiosa. E ancora una volta un pallone di bambagia che prende fuoco diventa non solo, nella percezione cristiana, il simbolo del martirio e della fede, ma anche un messaggio di buon augurio per l’anno appena iniziato. Simbolismo e tradizioni si sono fuse in un tutt’uno, ieri mattina nella chiesa di piazza Vittoria, durante la messa in onore di san Giuliano Martire, patrono di San Giuliano. Il rito del faro, col pallone di ovatta appeso alla navata e dato alle fiamme, si conferma il momento più suggestivo della celebrazione eucaristica, quest’anno officiata, oltre che dal prevosto don Luca Violoni, da monsignor Giuseppe Vegezzi, vescovo ausiliario dell’arcidiocesi di Milano. Presenti in chiesa anche le autorità cittadine.

La tradizione di San Giuliano affonda le radici in epoca paleocristiana. Giuliano e la moglie Basilissa, due coniugi cristiani che decisero di vivere il loro matrimonio in castità, subirono il martirio ad Antinoe, nella Tebaide egiziana, nel 304 dopo Cristo, durante le persecuzioni imposte da Diocleziano. Prima di trovare la morte per volere del governatore Marciano, i due coniugi fondarono due monasteri, uno maschile e l’altro femminile, e si dedicarono a opere di carità, spendendosi soprattutto nell’assistenza agli infermi, ai poveri e ai pellegrini. Il loro esempio spinse altri cristiani a condurre una vita ascetica e dedicarsi, a loro volta, a opere di bene. E così, il ricordo della vita del santo diventa un invito all’altruismo e della comunanza. "Un appello a riscoprire la logica della carità e lo spirito della donazione, che sono sempre da preferire all’egoismo – ha rimarcato monsignor Vegezzi durante l’omelia –. Pur in un’epoca del tutto diversa da quella di san Giuliano martire, la Chiesa invita i fedeli a cambiare stile di vita, per essere vicini al messaggio evangelico e alla grandezza del cuore di Cristo". Durante la funzione si è inoltre rinnovato l’invito a "manifestare la fiducia in Dio anche nei momenti più difficili della propria esistenza". Le celebrazioni per il patrono proseguiranno domani alle 18, sempre nella chiesa di piazza Vittoria, con un’ulteriore messa e la benedizione solenne alla città.

Alessandra Zanardi