Bresso, torna l’incubo legionella

Sessantenne ricoverato e dimesso: un caso isolato che però riaccende il ricordo della maledetta estate 2018

La campagna di controlli e sanificazioni di due anni fa negli immobili

La campagna di controlli e sanificazioni di due anni fa negli immobili

Bresso (Milano), 29 settembre 2020Torna l’incubo della legionella a Bresso. A rilanciare l’allarme, quando la città si stava lentamente riprendendo dall’ultima mobilitazione per il coronavirus, è stato il post sui social di un cittadino bressese che ha comunicato di essere stato ricoverato per una polmonite causata da legionellosi, come accertato dai verbali dei sanitari. Un caso unico e isolato, almeno per ora, ma che ha risvegliato le paure e la tensione tra gli abitanti di una città che negli ultimi anni ha pagato a caro prezzo la diffusione anomala di virus, come il Covid-19 nell’ultimo anno, e batteri come quello della legionella appunto.

Sono 5 le persone decedute nel corso di due diversi focolai, il primo nel 2014 e il secondo 2018, quando ad ammalarsi furono oltre 50 persone e si contarono 4 vittime. Questa volta pare si tratti di un caso isolato. Un uomo di 60 anni che vive in via San Giacomo, nel centro di Bresso in una delle strade finite più volte al centro delle precedenti emergenze. L’uomo è stato ricoverato all’ospedale di Niguarda dove è stato sottoposto alle cure. Rientrato a casa, quest’oggi attende la visita dei tecnici dell’Ats per verificare se l’origine del batterio sia da far risalire allo stato degli impianti della sua abitazione, o addirittura degli impianti generali. Al momento non ci sono indicazioni in merito. Purtroppo, come spesso accade, la diffusione della notizia sui social ha generato commenti confusi e informazioni poco chiare. Da sottolineare che l’infezione da legionella non è originata dall’acqua dei rubinetti che viene bevuta. I batteri si annidano negli impianti idrici e possono diventare pericolosi se inalati, dunque attraverso i vapori di una doccia, per esempio. Lo stesso sindaco di Bresso Simone Cairo ha tenuto a chiarire che non esiste alcuna situazione di allarme al momento, ma ha anche detto di aver saputo del nuovo caso attraverso il passaparola. "Da Ats - ha precisato - ad oggi, nessuna segnalazione per il nostro territorio. Ho chiesto comunque che verifichino se ci sono altri casi e mi relazioneranno".

Il primo cittadino invita ad essere responsabili e a chiamare tempestivamente in municipiose si registrassero nuove diagnosi. Cairo ha poi evidenziato che l’ospedale informa Ats anche per un singolo malato, ma l’azienda sanitaria si mobilità e informa il Comune solamente se i casi sono più d’uno e potrebbe ipotizzarsi il rischio di focolai. Cosa che al momento non è avvenuta. Purtroppo per Bresso quello della legionella è un problema mai risolto davvero. Per entrambe i focolai non si è mai riusciti a risalire alle cause scatenanti. Si sono tracciate molte ipotesi, alcune anche fantasiose e il caso Bresso è diventato oggetto di studio anche a livello internazionale. In seguito alla diffusione del secondo focolaio, il più violento e mortale, Bresso ha disposto controlli periodici dell’acquedotto, delle case dell’acqua e degli impianti delle torri di raffreddamento sia civili che industriali, oltre che delle fontane pubbliche. Sono stati effettuati quasi 100 interventi per rendere più efficiente e sicuro il sistema idrico anche coinvolgendo 80 condomini e avvalendosi della collaborazione degli amministratori di stabile.  

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