
di Massimiliano Saggese
"Il progetto presentato non sarà esente da provocare impatti significativi e negativi sull’ambiente". È parte della risposta di Regione Lombardia all’interrogazione del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Nicola Di Marco, che chiedeva un parere sull’insediamento per oltre 500.000 metri quadrati a Lacchiarella. Una superficie equiparabile ad oltre 50 campi da calcio, 25 volte piazza Duomo. Ma il progetto presentato ha ancora parti che appaiono molto simili ad una logistica e che non lasciano tranquilli rispetto alle ricadute negative su consumo di suolo, traffico, ambiente e salute. "Regione – spiega Nicola Di Marco – innanzitutto conferma le nostre perplessità sull’argomento, in quanto ancora una volta viene ribadito che sull’area non è prevista la possibilità di insediare una classica logistica, non prevista dal Pgt (Piano di governo del Territorio) del Comune di Lacchiarella. Anche se il Pgt lo consentisse dovrebbero essere fatte delle ulteriori e opportune verifiche, in quanto l’ambiente e la popolazione ne risentirebbero. Ma il progetto presentato ha ancora parti che per noi appaiono molto simili ad una logistica e che non ci lasciano tranquilli rispetto alle ricadute negative su consumo di suolo, traffico, ambiente e salute. Quindi l’amministrazione comunale sbaglia quando cerca di rassicurare barattando tutto ciò con posti di lavoro oggi virtuali. È assurdo credere che in questo determinato periodo storico, in cui l’emergenza climatica e la transizione ecologica sono il fulcro dell’azione dei governi a tutti i livelli, a Lacchiarella, nel Sud Milano, si pensi a consumare suolo".
L’asse Melegnano Binasco è già ingolfata di traffico e negli ultimi anni sono sorti numerosi insediamenti per la logistica e le attività commerciali. "Qui c’è in ballo un progetto che cambierà ulteriormente i connotati di un’area, prevalentemente agricola, e che va ad aggiungersi ad altri impianti impattanti che si stanno insediando sull’asse della SP Binasca e che superano ormai oltre 1 milione di metri quadri – conclude Di Marco –. Continueremo quindi a seguire l’iter, cercando di allontanare lo spettro della cementificazione selvaggia. La strada da seguire è incentivare lo spostamento di questi progetti su aree dismesse o già urbanizzate, come peraltro già successo per altri impianti sempre nello stesso comune". Ora la palla passa al Consiglio comunale che dovrà decidere se tener conto o meno della risposta di Regione all’interrogazione.