
Gianmarco Bellotti
Solaro (Milano), 13 febbraio 2021 - I gettoni di presenza dei consiglieri comunali non sono "sostentamento" e non possono far revocare il bonus Covid concesso alle partite Iva. Il Ministero del Lavoro ha chiarito l’applicazione della norma "anti-furbetti" che voleva impedire ai politici di professione, ma titolari di partita Iva, di avere accesso al bonus erogato per i mesi di marzo e aprile 2020 di cui in questi giorni però si sta chiedendo la restituzione anche a consiglieri comunali che portano a casa 10 o 20 euro a seduta.
È successo a Gianmarco Belotti, consigliere d’opposizione a Solaro, che dal Comune ha ricevuto “ben” 247 euro lordi in 6 mesi e per questo si è visto chiedere la restituzione dei 1.200 euro ottenuti dall’Inps per i due mesi di chiusura forzata dell’attività col primo lockdown e la sua vicenda, raccontata su queste pagine una settimana fa, ha richiamato altri casi, come quello "record" di Giuseppe Ministrini, professione cavatore di marmo e consigliere comunale a Capriolo (Brescia). "In tutto il 2020 dal Comune ho ricevuto 54 euro lordi e per colpa di quelli, l’Inps mi ha scritto di restituire i 1200 euro che mi aveva dato a maggio", racconta sconcertato con in mano la copia della raccomandata che fissa al prossimo 31 marzo il termine per restituire il contributo. Solo martedì scorso, 9 febbraio, dal Ministero del Lavoro è uscita la nuova nota intepretativa, firmata al capo dell’Ufficio Legislativo, Giuseppe Bronzini, nella quale si legge: "Il gettone di presenza, quando non si accompagni ad altri emolumenti connessi alla carica, configura una forma di attribuzione, normalmente di modesta entità, strettamente condizionata alla effettiva partecipazione a consigli e commissioni e, prima ancora, alla convocazione dei medesimi".
Per l’Inps quindi il gettone di presenza non ha "quella funzione di sostentamento che è soddisfatta solo dalla percezione di un reddito che abbia carattere di certezza e non occasionalità". Dunque, l’Inps dovrà fare retromarcia. "Inps rispetta e applica le leggi e le interpretazioni fornite dai Ministeri", spiega al telefono la portavoce del presidente Tridico, ricordando la precedente nota dello stesso Ministero del Lavoro di appena due mesi fa. In quell’occasione, anche a seguito dello scandalo portato alla luce in agosto, con parlamentari e consiglieri regionali che avevano ottenuto il bonus, era stato dichiarato illegittimo corrispondere i bonus a parlamentari, consiglieri regionali e altri soggetti con mandati elettorali e incarichi politici. Ora si comincia invece a distinguere tra il politico da 10mila euro al mese o più e quello che invece fa il consigliere in piccoli Comuni per 50 euro all’anno. "Nei prossimi giorni – assicurano dall’Inps – saranno stabilite le modalità operative per sospendere il recupero dei bonus dai soggetti che alla luce della nuova nota ne hanno diritto".