
di Alessandra Zanardi
Con una esplosione controllata alle 14.19, a Segrate è andato in archivio ieri l’ennesimo "bomba day". Le operazioni, per rendere inoffensivo il residuato bellico ritrovato nel cantiere ferroviario di via Rivoltana 50 e liberare la città da una potenziale minaccia, si sono svolte come da copione: un team di artificieri dell’Esercito in forza al Decimo reggimento genio guastatori, coordinato dal colonnello Marco Nasi, si è occupato del disinnesco, mentre gli interventi di supporto, a partire dal controllo della viabilità, erano in capo al Comune. Un’azione sinergica che ha permesso di neutralizzare una bomba della seconda guerra mondiale, di fabbricazione inglese e del peso di 500 libbre, che conteneva al suo interno del torpex, miscela esplosiva equivalente al tritolo.
Le grandi manovre sono iniziate alle 7 con l’evacuazione di un centinaio di persone residenti a Tregarezzo, località che rientrava nel raggio di sicurezza dell’intervento. A cura del Comune l’allestimento di un punto di accoglienza per gli evacuati, nelle scuole di Novegro: anche stavolta la struttura è stata messa a disposizione, ma è rimasta vuota.
A metà mattina il despolettamento dell’ordigno, poi caricato su mezzi militari e trasferito in un’area decentrata lungo la circonvallazione dell’Idroscalo, predisposta per lo scoppio controllato. Intanto alle 11 le strade che erano rimaste chiuse durante l’attività di despolettamento sono state riaperte e gli evacuati hanno potuto tornare nelle loro case. Nel pomeriggio la chiusura dell’intervento, accompagnata da una serie di misure precauzionali, come il temporaneo stop ai voli all’aeroporto Linate.
Quello di ieri era il sesto residuato bellico riemerso negli ultimi 11 mesi dal cantiere di via Rivoltana, dove sono in corso dei lavori a cura del gruppo Ferrovie. Per rendere inoffensivi gli ordigni si sono resi necessarie, in totale, 4 giornate di disinnesco, che hanno imposto l’evacuazione dei cittadini in un raggio di 450 metri dall’area di rinvenimento delle bombe, la chiusura di alcune strade e il temporaneo stop alla circolazione aerea e ferroviaria. L’ultima volta, il 10 ottobre, erano state 417 famiglie di Novegro a dover lasciare le loro case. La città ha sempre seguito i protocolli in maniera ordinata e rispettosa, ma il sindaco Paolo Micheli non ha mancato di rimarcare i disagi e gli sforzi organizzativi ed economici, a cui il Comune è chiamato a supporto dell’intervento.