LUCA TAVECCHIO
Cronaca

Milano, invasione di blatte nella piazza gioiello a due passi dal Duomo

In piazza Sant’Alessandro, appena cala il sole, sul sagrato della chiesa si radunano centinaia di scarafaggi. Residenti e commercianti: “Situazione fuori controllo, bisogna intervenire”

Le blatte sulla scalinata di Sant'Alessandro a Milano

Le blatte sulla scalinata di Sant'Alessandro a Milano

Milano – Appena il sole scompare dietro la grande cupola seicentesca di Sant’Alessandro in Zebedia, il sagrato della chiesa si anima: non più di persone, come durante la giornata, ma di centinaia di blatte.

Dietro il Duomo

Spuntano un po’ ovunque sulle antiche pietre davanti alla chiesa, prima timide e guardinghe, poi più sicure e padrone del campo. La grande colonia di scarafaggi è ormai ospite fissa da circa due settimane della piazza gioiello a cinque minuti dal Duomo.

Dopo l’aperitivo

A partire dalle 21 sulla scalinata della chiesa, nelle fessure del granito, intorno ai tombini, è tutto un movimento frenetico, un ammucchiarsi e rincorrersi, evitando i compagni spiaccicati sotto la suola di qualche umano di passaggio. Già, perché la piazza, benché non affollata come durante il giorno (nell’adiacente via Lupetta c’è l’Antico Vinaio con la sua tradizionale infinita coda di amanti della schiacciata toscana) anche di sera accoglie le persone, soprattutto turisti stranieri, per una cena o un cocktail nel bel dehor davanti alla chiesa, in uno scenario da cartolina.

Blatte sulla scalinata di Sant'Alessandro a Milano (Foto F. Tonioni)
Blatte sulla scalinata di Sant'Alessandro a Milano (Foto F. Tonioni)

Tra i piedi

Se non fosse, appunto, per loro: le blatte che animano con i loro movimenti furtivi la scalinata e l’ingresso della chiesa. Ci sono anche gruppetti di ragazzi ignari che si accomodano sugli scalini per fare due chiacchiere sorseggiando una birra, per poi scoprire dopo pochi secondi che tra i loro piedi c’è qualcosa di piccolo (neanche troppo) e nero che si muove, e scappare tra un “Bleah” e un “Che schifo!”.

Tutti fogna e chiesa

Fortunatamente gli insetti frequentano solo le aree di pertinenza della chiesa e si avventurano sulla strada solo nell’angolo verso via Lupetta, dove sono accumulati i sacchi della spazzatura dei tanti locali che gravitano intorno all’area, e che Amsa ritira ogni notte. Due sono quelli che tengono aperto anche di notte. E per tutti e due la grande comunità di blatte è un problema. “I residenti – spiegano – hanno già protestato con il Comune, ma finora non si è mosso niente. Di giorno non se ne vede neanche uno, ma di notte è un’invasione. Un vero schifo. Per fortuna se ne stanno lì, sulla scalinata della chiesa e vicino al locale non abbiamo problemi, però è una cosa che va risolta al più presto”. La ragazza del locale dal lato di via Torino, non ne può più: “Ho i brividi ogni volta che li vedo, è una cosa schifosa. Gli altri anni non ne avevamo mai visti, ma quest’anno, lì davanti – indica la chiesa – è da voltastomaco”.

Piazza Sant'Alessandro di notte (Foto F. Tonioni)
Piazza Sant'Alessandro di notte (Foto F. Tonioni)

Un po’ di storia

Le notti d’estate del resto sono il terreno di caccia, o di passeggio, preferito delle blatte, e la loro presenza si fa notare in diverse parti della città. La concentrazione in piazza Sant’Alessandro però è davvero straordinaria, tanto che qualcuno ipotizza che il problema sia nei misteriosi locali sotto la chiesa. “Chissà cosa c’è lì sotto”, dice un signore che osserva divertito il via-vai zampettante. La storia spiega che prima della grande chiesa – la cui costruzione iniziò nel 1601 – in epoca romana “lì sotto” c’era un carcere. E non un carcere qualsiasi: durante il regno di Massimiano (286-305), uno dei più duri delle persecuzioni cristiane, il carcere Zebedeo (così si chiamava il “gestore” della prigione, che nulla c’entra con il pescatore biblico, o con altri tipi di zebedei) accoglieva i militari romani che venivano scoperti a professare il cristianesimo. Tra di loro ci fu anche Alessandro di Bergamo, il futuro Sant’Alessandro, che però dalle segrete del carcere riuscì a fuggire per ben due volte. Prima di essere catturato – e decapitato – a Bergamo il 26 agosto 303. 

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