Bilancio, arriva l’ultima chiamata del prefetto

Non è stato approvato nei termini di legge, aperta la procedura di infrazione: l’ultimo termine il 3 luglio. O si va a elezioni anticipate

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di Laura Lana

Procedura di infrazione per non aver approvato il bilancio nei tempi di legge: l’ultimo termine concesso dal Prefetto di Milano è il 3 luglio e se il conto economico del Comune non sarà deliberato dal consiglio, i colognesi andranno a elezioni anticipate. Cinque sedute sono andate deserte, bloccando progetti da 3 milioni, perché il sindaco Angelo Rocchi non ha avuto i numeri della sua maggioranza con un gruppo di dissidenti aumentato nel corso delle settimane: oltre a quelli di Fratelli d’Italia (tra i quali ex civici della lista del sindaco) anche i colleghi di Cologno nel Cuore, che hanno fatto quadrato attorno al loro assessore Giuseppe Di Bari che, in quel momento, rappresentava il sacrificio richiesto agli equilibri di Giunta. A spezzare il clima segreto di riunioni e il puzzle della maggioranza, ci ha pensato la Lega con un lungo comunicato in cui dice "no ai ricatti" dei dissidenti. Una riunione è già stata convocata per tentare l’ennesima ricucitura, ma la frattura non si è ricomposta. Così, è sempre più plausibile lo scenario che vede il commissariamento del Comune in attesa di nuove elezioni. Se i dissidenti sono disposti a staccare la spina, la Lega si dice non più disponibile a mantenere in vita un’amministrazione in crisi. "Non siamo disposti a essere schiacciati da una spada di Damocle che impedirà di poter continuare a governare la città con serenità e impegno. Abbiamo già fatto la nostra parte, rinunciando alla carica di vicesindaco, assegnata in base a un accordo politico condiviso, e subendo il defenestramento dell’assessore Simone Rosa". Da FdI arriva la smentita ai rumors di queste settimane. "Nessun diktat", anche se i rumors parlavano di uscita di scena del civico Di Bari e poi dell’assessore leghista Fabio Della Vella, ritenuto "non all’altezza" e reo "della mancata asfaltatura a marzo di una via a loro cara, che era già in programma nel secondo lotto di lavori", rivelano i leghisti. Per FdI "la crisi è molto profonda e dettata da atteggiamenti divisi adottati da anni da alcuni rappresentanti della Lega. Il famoso cambiamento e soprattutto il bilanciamento delle deleghe richiesto non è mai avvenuto". Una frattura che appare insanabile. Lo stesso Rocchi già giorni fa metteva in conto l’ipotesi. "Se non si riuscirà a trovare un accordo, andremo a casa".

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