
Laureati in festa
Milano, 18 ottobre 2016 - Durante la discussione, non sono concessi "cori, urla e schiamazzi". Dopo la laurea, niente bisboccia. Vietato suonare o calpestare le aiuole per festeggiare in piazza Ateneo Nuovo e dintorni. E soprattutto: giù le mani da estintori e sistemi di allarme. Stop ai lanci di petardi o fuochi d’artificio. L’Università Bicocca lancia l’anatema contro le goliardate di fine studi, fenomeno tipico delle carriere universitarie urbi et orbi. Accanto all’ingresso delle aule di discussione tesi, da qualche settimana campeggia un vademecum: "Sedute di laurea - norme di comportamento". Una vera e propria stretta sulle feste di laurea in ateneo. Alcune regole sembrano lapalissiane, altre lasciano intuire che in passato qualche neolaureato – o la sua combriccola – si sia lasciato andare a bravate off limits.
"Durante la sessione di laurea non sono ammessi cori, urla e schiamazzi e qualsiasi condotta inappropriata al contesto", recita la prima norma. Secondo: "Dopo la proclamazione e terminata la sessione, i candidati e i loro ospiti sono invitati ad uscire dalla aule e a non sostare all’interno degli edifici". Quindi: "All’interno dell’ateneo e nelle pertinenziali corti e piazze non è consentito organizzare feste di laurea, allestire spazi ristoro, somministrare cibi e bevande". E fin qui si sta nel comune senso del decoro. Ma si vieta altresì l’uso di "fiamme libere, petardi o fuochi d’artificio, prodotti che possano causare danni a persone o al patrimonio universitario" e ancora l’uso di "strumenti o sistemi di amplificazione", "sporcare o imbrattare le pareti, calpestare le aiuole, abbandonare rifiuti" e infine "svolgere attività pericolose o manomettere gli impianti e le attrezzature al servizio della sicurezza".
Un giro di vite seguito ad alcuni episodi poco consoni ai neodottori ma che avrebbe sortito l’effetto sperato. Non è l’unico ateneo a cercare di spegnere i bollenti spiriti dei laureati, la Bicocca. Un anno fa la Statale ha approvato la Carta del laureando, indicazioni, da far sottoscrivere agli studenti, sulle modalità di svolgimento della seduta di laurea, "un momento solenne e importante, coronamento di un percorso accademico che ha richiesto impegno e determinazione da parte dello studente ma anche dei docenti, e che merita di essere celebrato in modo adeguato», recita l’incipit. Qui si richiamano i laureandi a "raccomandare a parenti e amici di non disturbare la seduta" e a non "sporcare o danneggiare l’ateneo". Niente "scoppi di petardi, mortaretti, schiamazzi, intonazioni di cori sguaiati e volgari, consumo di cibi e alcol con abbandono di bottiglie, bicchieri e altro materiali negli spazi dell’università". Eventuali "interventi straordinari di pulizia o manutenzione" ricadranno sui "responsabili" con richiesta di risarcimento. Non è vietato, parrebbe, calpestare le aiuole. La tradizione del "salto della siepe" nel cortile d’onore resta più forte di qualsiasi codice.