SIMONA BALLATORE
Cronaca

Bicocca, un angolo di Antartide in città. A - 50 gradi

In piazza della Scienza, al piano meno uno dell'Università, si lavora al freddo anche a Ferragosto

Il laboratorio EuroCold (Newpress)

Milano, 31 maggio 2018 - L'Antartide in città. In piazza della Scienza, al piano meno uno della Bicocca, si lavora a meno 50 gradi, anche a Ferragosto. Qui si trova l’EuroCold Lab: si entra nella macchina del tempo e si ricostruisce il clima del passato grazie a “carote” di ghiaccio che arrivano da tutto il mondo, dall’Antartide, dalla Groenlandia, dalle alte quote delle Alpi e dai seimila metri delle Ande. «I ghiacciai contengono informazioni archiviate al loro interno – spiega Valter Maggi, geologo e paleoclimatologo, alla guida del laboratorio – si può risalire fino a 820mila anni fa. Col progetto internazionale Epica e le perforazioni a Concordia abbiamo raccontato la storia più lunga ottenuta grazie al ghiaccio, l’unico archivio che racchiude informazioni anche sull’atmosfera, sui cambiamenti cimatici. Stiamo cercando di ricostruire il funzionamento del sistema climatico prima dell’intervento dell’uomo».

Sono un migliaio gli esperti di ghiacci al mondo, il lavoro è interdisciplinare. Collaborano con l’EuroCold Lab studenti e ricercatori dal Brasile alla Corea del Sud. Ciascuno aggiunge un pezzetto, si sta cercando di creare un database ad hoc sui ghiacciai. «Qui in Bicocca manteniamo la catena del freddo – continua Maggi –. Si potrebbe arrivare a meno 90, ma sia per i costi che per il personale ci accontentiamo dei meno 50», sorride. Si entra equipaggiati nel simulatore dell’Antartide: tute tecniche, guanti, moon boot. L’anticamera è a meno 5, la prima camera è un magazzino di “carote” di ghiaccio, tutte schedate e di passaggio, nella seconda c’è il laboratorio vero e proprio, con gli attrezzi per il taglio e l’analisi del campione. Una finestrella mette in contatto con altre due camere, le «camere bianche», una a - 20 e una a + 20. «Qui c’è l’aria più pulita di Milano – spiega Maggi –. Dobbiamo evitare qualsiasi tipo di contaminazione atmosferica, l’ambiente deve essere 10 milioni di volte più pulito». Si entra ancora più bardati, in tuta bianca. Ci si chiude alle spalle l’aria della città.

Eurocold Lab è stato aperto nel 2013, da allora la camera dei ghiacci non si è mai spenta: è costato oltre un milione e mezzo di euro, una spesa sostenuta dall’ateneo e da fondi di ricerca. È una base per tutta Italia e il punto di riferimento nazionale per progetti sull’Antartide. In tre ci lavorano ogni giorno: insieme a Valter Maggi, protagonista di dieci spedizioni in Antartide, la prima nel ’91, ci sono la ricercatrice Barbara Delmonte e il tecnico del dipartimento di Scienze dell’Ambiente Marco Filipazzi. Partecipano alle spedizioni, smistano i campioni, scrivono un pezzo di storia. Ogni anno, fra maggio e aprile, arriva un angolo di Antartide Milano, spesso via nave, nei container, dopo viaggi infiniti. La Bicocca lo custodisce e distribuisce ai centri di ricerca: «Se dovessimo stenderle ci sarebbero oltre 3 chilometri di carote di ghiaccio, fanno parte del Museo Nazionale dell’Antartide – spiegano –. Qui studiamo in particolare le polveri fini dell’atmosfera, dati che servono anche a chi analizza i gas serra. C’è chi studia la concentrazione di minerali, di pollini, si cerca di ricostruire il suolo, la paleo-vegetazione e cerchiamo di dare dati a chi avrà il compito di capire quale sarà il clima del futuro. è come col salto in lungo. Noi prendiamo la rincorsa, andando indietro nel tempo, per permettere di fare un salto avanti. È il nostro mestiere». A meno 50 gradi.