Aggressione a Bettarini, il violento col coltello e l’ultrà vicino agli skinhead

Caddeo recidivo, Ferzoco daspato un anno fa. La sfida a Bettarini: "Fai il duro...". Poi calci, pugni e fendenti

Uno dei quattro fermati accompagnato in Questura (Ansa)

Uno dei quattro fermati accompagnato in Questura (Ansa)

Milano, 3 luglio 2018 - Lo schiaffo in discoteca, forse per vendicare quel vecchio screzio su un tavolo da occupare. Il raid in strada. E poi quella frase da bulli, prima di scatenarsi col coltello in pugno: «Fai il duro eh, sei il figlio di Bettarini, ora vedi...», avrebbe detto uno degli aggressori dell’Old Fashion per provocare il 19enne Niccolò, poi colpito da undici fendenti in più parti del corpo. Del tentato omicidio in concorso sono accusati in quattro, fermati dagli agenti di Volanti e Mobile nella tarda serata di domenica perché, ritiene il pm Elio Ramondini, sussistono i pericoli di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Colui che più degli altri è gravemente indiziato di aver inferto le coltellate a tronco, addome e braccio è il 29enne Davide Caddeo, che, stando a quanto risulta, ha precedenti per lesioni e rissa ed è più volte stato trovato in possesso di arma bianca durante diversi controlli effettuati tra 2010 e 2017, come si legge nel decreto di sorveglianza speciale emesso dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale un anno fa.

Uno che gira sempre armato, insomma: una volta gli trovarono in auto uno spadino, un’altra una mazza da baseball di ferro. E pure a San Vittore si è fatto notare: nel 2014 sarebbe stato coinvolto in una rissa con altri detenuti. Senza dimenticare le recenti minacce alla ex fidanzata, alla quale avrebbe ripetuto: «Ti ammazzo». E poi, truffa, ricettazione e un tentativo di estorsione ai danni di alcuni avventori della discoteca De Sade. Con lui, all’alba di domenica, c’era Alessandro Ferzoco, 24enne che da un anno ha preso in gestione un bar in via Brusuglio ad Affori: più volte notato ai banchetti del movimento di estrema destra Lealtà-Azione (anche il padre è stato per anni vicino alla galassia skinhead milanese), è un frequentatore abituale della Curva Nord dell’Inter e degli spalti dell’Hockey Milano (si siede sempre nell’area occupata dai militanti di L-A) e nel maggio del 2017 è stato sottoposto a Daspo (insieme ad altre 13 persone) per il raid al bar Cafè des Artistes di via Tesio contro una cinquantina di fan giallorossi (salvati solo dall’intervento della polizia) prima del match con la Roma.

A completare il quartetto, i due albanesi Albano Jakej ed Andi Arapi: il primo, 23 anni, risulta incensurato; il secondo, 29 anni, ha un precedente per guida in stato di ebbrezza. Stando alla ricostruzione degli investigatori, uno di loro, attorno alle 4.30, avrebbe colpito con un ceffone un amico di Bettarini. Poi il gruppo, dopo che uno dei due albanesi avrebbe colloquiato in lingua madre con uno degli addetti alla sicurezza del locale, si sarebbe spostato all’esterno, come ad attendere il rivale per la resa dei conti. Lì, stando a quanto visto da un vigilante che ha allertato il 112, uno della gang (caccia anche ad altre persone coinvolte), probabilmente Caddeo, avrebbe impugnato «un grosso coltello». Pochi istanti, ed è comparso pure il 19enne Niccolò, corso in aiuto del conoscente insieme ad altri. «Sei il figlio di Bettarini, fai il duro...», la frase in sintesi. Poi il blitz con calci, pugni e fendenti.

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