Beccaria, un materasso a fuoco Don Rigoldi: "Ascoltiamo i ragazzi"

Tre agenti intossicati. E i sindacati vanno alla carica, "l’evasione multipla di Natale non è un fatto isolato"

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di Marianna Vazzana

MILANO

Notte di fuoco al carcere minorile Beccaria. I pompieri sono intervenuti per un incendio le cui fiamme, stando a quanto emerso finora, hanno interessato un materasso nel reparto infermeria e sarebbero state appiccate da due giovani detenuti tossicodipendenti che, secondo le ricostruzioni, hanno dato in escandescenze attorno alle 23 di venerdì perché in astinenza. Tre agenti sono stati trasportati all’ospedale in codice giallo per lievi intossicazioni e contusioni e tanto basta a riaccendere i riflettori sulla situazione dell’istituto penale di via Calchi Taeggi dal quale il giorno di Natale erano evasi sette giovani detenuti, poi tutti rientrati o catturati nei giorni successivi. Don Gino Rigoldi, storico cappellano, spiega che i responsabili del nuovo incendio sono "arrivati da pochi giorni" e uno avrebbe "particolari problemi". Che clima c’è nel carcere dopo la maxi fuga di Natale? "Di noia, più che di tensione", risponde don Gino. "Da lunedì (domani per chi legge, ndr) ricominceremo da zero il percorso per ciascun ragazzo: l’obiettivo è che stiano bene e che si sentano ascoltati. Proporremo corsi che possano stimolare il loro interesse ed essere utili anche per il rientro nella collettività, per esempio laboratori di pasticceria e per diventare pizzaioli. Ma anche corsi per prepararsi all’esame di guida". Ieri don Gino ha trascorso il pomeriggio con i ragazzi e lo farà anche oggi: "Celebrerò una messa “trasversale“ per cristiani e musulmani".

L’incendio però riaccende anche le tensioni e rappresenta l’occasione per rimarcare le richieste dei sindacati. Per Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, l’episodio dimostra che "i fatti di Natale, con la clamorosa evasione multipla, non costituivano un episodio isolato; tali accadimenti sono palesemente la sintomatologia di un sistema patologico che va celermente curato e sanato". De Fazio aggiunge che "il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità, dopo il pensionamento di Gemma Tuccillo, è privo del suo vertice, che il Governo non ha ancora nominato. Invitiamo nuovamente il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio a “intercettare“ il fortissimo disagio che si registra nei penitenziari e ad aprire un confronto con le organizzazioni sindacali".

"Le fiamme ed il denso fumo propagato potevano essere letali", denuncia Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sindacato autonomo Polizia penitenziaria Sappe. "Sono mesi e mesi che il Sappe – afferma Donato Capece, segretario generale – ha chiesto ai vertici del dipartimento della giustizia minorile e di comunità che le politiche di gestione e di trattamento siano adeguate al cambiamento della popolazione detenuta minorile, che è sempre maggiormente caratterizzata da profili criminali di rilievo già dai 15, 16 anni di età e contestualmente da adulti fino a 25 anni che continuano ad essere ristretti".

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