
Nessun sostegno concreto nell’ultimo periodo di fuga di Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac arrestato in Bolivia. Però è emerso il tentativo di aiutarlo compiuto dal francese no global José Bové ex deputato al parlamento europeo.
Battisti venne bloccato in Sudamerica e subito estradato in Italia per scontare l’ergastolo per 4 omicidi, nonostante la volontà di alcuni suoi amici di raccogliere informazioni sulle sue condizioni, e il tentativo di trovare una soluzione al suo caso, in particolare usando contatti e conoscenze politiche. Per questo il gip ha accolto la richiesta di archiviazione firmata da Alberto Nobili, responsabile dell’antiterrorismo milanese, in cui 3 persone vicine all’ex Pac, uno dei quali reduce degli anni di piombo, erano finite indagate per assistenza agli associatì di terrorismo
Le indagini, coordinate da Nobili e condotte dalla Digos di Milano riguardano i mesi antecedenti la cattura di Battisti, avvenuta dopo circa 37 anni di latitanza e in seguito ad accertamenti disposti dalla Procura generale milanese. Dall’inchiesta, proseguita anche nei mesi successivi l’arresto dell’ex Pac, che per altro ha ammesso le sue responsabilità, sono venuti a galla i suoi contatti con persone a lui vicine sia in Sudamerica sia in Italia, tra cui uno tra reduci degli anni di piombo conosciuto in Francia, e componenti del suo entourage più stretto.
Persone che lo hanno seguito a distanza passo a passo, almeno dall’ottobre del 2018, fornendogli informazioni che gli avrebbero consentito di trovare ospitalità e mezzi di trasporto e di comunicazione e, quindi, una rete di contatti in modo da costruire una sorta di “cordone sanitario“ per proseguire la sua lunghissima latitanza.
Dall’attività investigativa che si è protratta fino alla primavera del 2019 e che si è, tra l’altro, concentrata sull’analisi del materiale informatico estrapolato dal cellulare sequestrato all’ex Pac e dei suoi contatti via mail, è spuntato il nome dell’europarlamentare francese José Bové, esponente del movimento no global che cercò di intercedere per lui presso il presidente della Bolivia Evo Morales affinché concedesse a Battisti la stessa protezione garantita in Brasile dall’ex presidente Lula.
Comunque, in base al materiale probatorio raccolto non è stata riscontrata sussistenza del reato contestato, il 270 ter del codice penale: in sostanza i tre per cui è stata chiesta e ottenuta l’archiviazione non hanno mai offerto vitto, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione e altri aiuti concreti a battisti, ma al massimo un sostegno di tipo morale o psicologico o a livello di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.