NICOLA PALMA
Cronaca

Banda delle spaccate, chi sono i ladri che colpivano a Milano: il record di precedenti e la brutale aggressione per un parcheggio

I ritratti dei 4 arrestati per la serie di furti nell’estate del 2023: tra di loro anche Carlo Popolizio, 55 anni e 46 precedenti di polizia

Uno dei furti nell'immagine delle telecamere di videosorveglianza

Uno dei furti nell'immagine delle telecamere di videosorveglianza

Milano – Gli specialisti della Squadra mobile lo hanno riconosciuto subito: inconfondibile il volto di Carlo Popolizio, 55 anni, con un curriculum criminale che conta ben 46 precedenti di polizia negli ultimi 39 anni che vanno dal furto alla ricettazione, dall’evasione dai domiciliari al possesso ingiustificato di chiavi e grimaldelli, fino ai furti in abitazione e alla resistenza a pubblico ufficiale. La faccia del pluripregiudicato è stata immortalata dalle telecamere interne del locale Crazy Pizza di via Varese, svaligiato da tre ladri nella notte tra il 9 e il 10 luglio 2023.

In manette

Da lì sono scattate le indagini che martedì mattina si sono concluse con la notifica dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Lorenza Pasquinelli nei confronti di 4 indagati: Popolizio si è visto recapitare il provvedimento direttamente nel penitenziario di Opera, dov’è recluso dal 15 settembre scorso per un aggravamento della misura dei domiciliari disposto dal Tribunale di Sorveglianza per un altro colpo in centro datato 13 settembre. Il 55enne è accusato anche di un tentato furto e di un furto andati in scena la notte del 17 agosto 2023: il primo nel punto vendita Starbucks di via Durini, a vuoto perché nei registratori di cassa non c'erano contanti; il secondo nel negozio confinante, Brian&Barry, dove Popolizio e un complice hanno portato via un orologio marca Citizen e sette cronografi Frederique Constant per un valore complessivo di 8.648 euro.

Gli altri arrestati

Gli investigatori dell'Antirapine di via Fatebenefratelli, guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Francesco Federico, hanno arrestato anche i 3 presunti complici di Popolizio: secondo le indagini, in via Varese c'erano pure il 50enne Raimondo Santu e il 48enne Marco Falcetta, bloccato a Trapani a casa dei genitori; in via Durini, invece, c'era Nunzio Guarino, 53enne con un curriculum da rapinatore.

La corsa in taxi e i tatuaggi

L'indagine è scattata la mattina del 12 luglio scorso, quando il responsabile di Crazy Pizza si è presentato negli uffici del commissariato Garibaldi Venezia per denunciare il furto di 6.570 euro di alcune bottiglie di alcolici. Ai poliziotti della Mobile è bastato dare un'occhiata ai filmati registrati dalle telecamere per riconoscere subito Popolizio, che ha agito a volto scoperto. Gli occhi elettronici hanno inquadrato anche altre due vecchie conoscenze: Santu, con i suoi vistosi tatuaggi su braccia e gambe, e Falcetta, che di fatto vive da senza fissa dimora. I ladri sono entrati forzando una finestra sul retro e sono usciti dalla cantina. Dopo il blitz, Popolizio ha chiamato un taxi alle 5.28, spacciandosi per un fantomatico signor Raimondi, e si è fatto accompagnare a casa in via Nikolajevka.

Il secondo colpo a San Babila

Gli accertamenti investigativi della Mobile hanno attribuito a Popolizio anche un tentato furto e un furto consumato avvenuti la stessa notte in via Durini. In quell'occasione, stando all'inchiesta, il 55enne sarebbe entrato in azione insieme a Guarino prima da Starbucks e poi da Brian&Barry, portando via 8 orologi dal secondo esercizio commerciale. Il giudice ha motivato le esigenze cautelari con l'attualità del pericolo di reiterazione del reato, "conseguenza immediata e diretta della resistenza dimostrata dagli stessi al rispetto delle misure imposte dall'autorità e del fatto che nemmeno le precedenti esperienze giudiziarie abbiano sortito alcun effetto deterrente rispetto alla possibilità di commissione di nuove condotte penalmente rilevanti".

Vita da criminali

Il fatto che Popolizio e compagnia vivano esclusivamente dei proventi dell'attività illecita è dimostrato, secondo l'accusa, anche dal fatto che in passato abbiano dichiarato redditi legati esclusivamente a "prestazioni per lavoro svolto all'interno di istituti penitenziari", a eccezione di Santu, che tra 2021 e 2023 ha percepito uno stipendio da una società di servizi.

La brutale aggressione del 2016

A proposito di Santu, il suo nome era già finito nelle pagine di cronaca nera nell'agosto di 8 anni fa, quando gli agenti del commissariato Garibaldi Venezia lo avevano arrestato insieme ad altre tre persone con l’accusa di aver brutalmente pestato un ragazzo di 23 anni in zona Garibaldi per una banale lite per un parcheggio. L’aggressione, quasi costata un occhio alla vittima, era avvenuta nella notte tra il 19 e il 20 marzo 2016. Il ventitreenne, che si trovava in compagnia della fidanzata, aveva visto un posto libero in largo La Foppa e aveva iniziato le manovre per infilarsi in retromarcia, ma era stato preceduto dalla macchina guidata da Santu. A quel punto, era scattata la discussione tra i due conducenti, come ce ne sono tante per questioni di viabilità. “Aspetta un attimo che faccio una telefonata...”, la minaccia del pregiudicato di origini sarde. In pochi secondi, il 23enne era stato circondato da Santu e da tre giovani arrivati in suo aiuto - poi identificati in Stefano Bellu, Michael Leoci e Antonio Nambuletti - e massacrato con una raffica di calci al volto. Provvidenziale l'intervento di due operatori di Amsa, che avevano assistito alla scena e avevano messo in fuga i quattro aggressori. Il giorno dopo, il 23enne aveva chiamato la polizia per denunciare l'accaduto e per riferire che le botte sopra l'occhio sinistro gli avevano provocato una frattura tale da necessitare di una placca di titanio nella zona occipitale.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro