
Remi Nikolic
Milano, 11 luglio 2020 - Un piccolo lingotto d’oro . Ottomila euro in banconote e monete. Abiti, gioielli e orologi di varie marche: Rolex, Cartier, Bulgari, Tiffany, Gucci e Versace. È il tesoro di Remi Nikolic, il ventiseienne già condannato a 9 anni e 8 mesi (da minorenne) per l’omicidio del vigile di quartiere Nicolò Savarino, e dei due complici Martin Jovanovic e Alen Djordjevic, fermati giovedì mattina dagli agenti della Squadra mobile per due furti in abitazione commessi la sera del 22 febbraio scorso tra via Sanzio e via Amedei.
In realtà , il sospetto degli investigatori, guidati dal dirigente Marco Calì e coordinati dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Francesca Crupi, è che la gang sia entrata in azione almeno in altre quattro occasioni, prendendo sempre di mira lussuosi appartamenti del centro, a cavallo tra la fine di febbraio e la prima metà di marzo. Raid messi in atto sempre con la solita tecnica: i tre aspettavano che i padroni di casa uscissero e poi si arrampicavano sui palazzi, da provetti acrobati, per raggiungere il piano nel mirino. Le foto della refurtiva recuperata nel corso delle perquisizioni nei domicili provvisori di Nikolic, Jovanovic e Djordjevic (tra la zona Bisceglie e il campo nomadi di via Fogazzaro a Corbetta) verranno presto pubblicate sulla bacheca on line degli oggetti rubati della Polizia di Stato per cercare di entrare in contatto con i legittimi proprietari e restituire loro il maltolto.
Purtroppo, in alcuni casi potrebbe rivelarsi impresa difficile se non impossibile: il piccolo lingotto ritrovato potrebbe essere l’assemblaggio tramite fusione di oggetti in oro appartenenti a più derubati e quindi non più recuperabili. I segugi della Mobile sono arrivati a identificare il trio al termine di una lunga e meticolosa inchiesta partita con pochi elementi e via via arricchitasi degli spunti arrivati dall’analisi delle immagini delle telecamere e dallo screening accurato delle celle telefoniche “agganciate“ dai cellulari dei ladri. Da lì i poliziotti sono risaliti prima ai numeri associati a Jovanovic e Djordjevic e poi all’auto usata dalla gang, la Skoda Rapid di colore chiaro intestata alla compagna di Nikolic, passata prima sotto i varchi videosorvegliati del Comune di Corbetta e poi “immortalata“ dall’occhio elettronico di Area C posizionato all’angolo tra piazza Cinque Giornate e corso di Porta Vittoria.
Dalle intercettazioni è emerso poi i tre si spostavano con grande frequenza, anche all’estero: in particolare, il killer di Savarino, tornato a delinquere ad appena 11 giorni dalla scadenza definitiva della pena inflittagli dal Tribunale dei minorenni, ha trascorso quasi un mese in Belgio tra la seconda settimana di giugno e i primi di luglio; e si preparava a ripartire per la Spagna. Per questo, i pm hanno optato per il decreto di fermo di indiziato di delitto giustificato dal pericolo di fuga, dando mandato alla Mobile di catturare immediatamente i ladri seriali.