
Si fingono poliziotti ma sono rapinatori (Frame video polizia)
Milano, 25 luglio 2019 - Sgominata la banda dei finti poliziotti in borghese. Undici persone sono finite agli arresti, cinque in carcere e sei ai domiciliari, con l'accusa di essere gli autori di una serie di rapine messe a segno a Milano. Le ordinanze id custodia cautelare, emesse su richiesta della locale Procura della Repubblica – Sostituto Procuratore della Repubblica Lucia Minutella, seguono una complessa attività d’indagine svolta dai poliziotti del Commissariato Scalo Romana della Questura di Milano a carico degli indagati che avevano dato vita ad un’articolata organizzazione dedita alle rapine compiute con la tecnica dei finti poliziotti, utilizzando armi e indossando pettorine, manette e cappellini in dotazione alla Polizia di Stato.
L’attività del gruppo, operante prevalentemente nel capoluogo lombardo e nel suo hinterland, era già stata gravemente compromessa dall’arresto in flagranza di sei componenti del gruppo, bloccati all’interno dell’abitazione di un marocchino nel comune di San Giuliano Milanese In quella circostanza gli autori della rapina avevano ammanettato la vittima ad una sedia e stavano simulando una perquisizione alla ricerca di denaro o droga; l’intervento dei poliziotti aveva consentito di sequestrare una pettorina originale della Polizia di Stato, una pistola a gas, manette del tutto simili a quelle in uso alle forze di polizia e un capellino con la scritta “Polizia di Stato”. Per quest’ultimo fatto, tutti gli arrestati sono stati sottoposti a misura di custodia cautelare e condannati in primo grado dal Tribunale di Lodi, territorialmente competente.
L’ordinanza, cui si è data esecuzione nella mattinata odierna riguarda due rapine commesse a marzo 2018. La prima delle due compiuta simulando un controllo di Polizia in danno di tre egiziani fermati a bordo della loro auto lungo la via Gratosoglio; nelle fasi del finto controllo uno dei rapinatori è salito a bordo dell’auto delle vittime e si è dato alla fuga, immediatamente seguito dai suoi complici. La successiva attività d’indagine ha consentito di accertare che all’interno del veicolo vi erano due valige contenenti complessivamente la somma in contanti di 100mila euro e provento di illecite attività. La seconda rapina è stata compiuta dagli stessi soggetti a San Donato Milanese in danno di un marocchino pluripregiudicato per stupefacenti. Nella circostanza gli indagati qualificandosi quali appartenenti alla Guardia di Finanza, di cui indossavano pettorine originali, hanno atteso l’arrivo della vittima vicino alla sua abitazione. All’arrivo, dopo avergli puntato una pistola alla schiena ed averlo ammanettato si sono fatti condurre all’interno del suo domicilio, dove hanno simulato una perquisizione. Prima di allontanarsi i due autori materiali della rapina hanno abbandonato la vittima ancora con le manette ai polsi nel seminterrato dello stabile e solo l’’arrivo di una pattuglia dei Carabinieri ha consentito la liberazione della parte lesa. Quest’ultimo in sede di denuncia ha dichiarato che nel corso della rapina non era stato portato via nulla dalla sua abitazione. La successiva attività d’indagine ha consentito di risalire all’esatto ammontare della refurtiva corrispondente a 40mila euro, provento dell’illecita attività di spaccio e sostanza stupefacente nella fattispecie un kilogrammo di cocaina.
L’attività protrattasi per circa sei mesi ha consentito di sventare altre rapine che gli indagati stavano pianificando, ciò è stato reso possibile dal fatto che i GPS che i rapinatori erano soliti applicare sulle auto delle vittime per monitorarne gli spostamenti ed individuarne l’abitazione erano tutti intercettati dal Commissariato.