
L'operazione della Polizia
Milano, 20 luglio 2016 - Secondo l'accusa avevano dato vita alla cosiddetta "banca della camorra" in piazza Risorgimento. Un'attività che faceva girare milioni di euro, con prestiti a tassi di interessi da usurai a imprenditori e attività di riciclaggio all'estero dei profitti illeciti. A processo - con rito abbreviato - cinque persone per cui il pm Francesca Celle ha avanzato al gup Gennaro Mastrangelo le richieste di condanna: sedici anni di carcere per Vincenzo Guida e Alberto Fiorentino, 7 anni per Alfredo Montefusco, 6 anni e 2 mesi per Filippo Magnone e 4 anni per Giuseppe Arnhold. I cinque sono imputati per aver creato la presunta "banca della camorra" e accusati a vario titolo di esercizio abusivo del credito, aggravato dal cosiddetto "metodo mafioso", di reimpiego di denaro di provenienza illecita, di riciclaggio con l'aggravante della trasnazionalità. Hanno chiesto che il processo venisse celebrato in forma pubblica e quindi, a differenza di quanto accade normalmente quando si sceglie il rito abbreviato, a porte aperte e con giudice, accusa e difese in toga.
Secondo le indagini, Guida e Fiorentino sono di origine napoletana ma presenti da decenni sul territorio milanese e sono stati condannati in via definitiva per aver fatto parte, negli anni '80 e fino al 1996, dell'associazione camorrista denominata "Nuova famiglia", un'articolazione lombarda della camorra, in contatto a Milano con esponenti storici di Cosa Nostra e della 'ndrangheta. Gli altri due, invece, per inquirenti e investigatori sono "colletti bianchi" che sarebbero stati in grado di "ripulire" all'estero i profitti della "banca" parallela, soprattutto in Svizzera e Ungheria, grazie alla complicità di diversi prestanome. La sentenza è attesa dopo la pausa estiva.