Violentò una bambina: 'coinquilino' della mamma condannato a 9 anni

Un istruttore di palestra aveva abusato più volte della figlia, di soli 10 anni, di una conoscente che gli affittava una camera

Abusi su minori

Abusi su minori

Milamo - Una condanna esemplare a nove anni per D.O.F, 63 anni, finito in carcere con l’accusa di violenza sessuale. L’uomo è l’istruttore di una palestra che ha abusato sessualmente e più volte di una bambina di 10 anni.

A denunciare gli episodi gravissimi la stessa bimba che ha raccontato alla madre quanto succedeva quando lei non c’era, cosa le faceva quell’uomo a cui lei aveva affittato una stanza della casa.  Il rito era sempre lo stesso: scotch sulla bocca, gli abusi e poi la minaccia che se lei avesse parlato sarebbero successe cose brutte alla sua mamma. La bimba in audizione protetta agli investigatori aveva raccontato: "Era quasi pomeriggio... io ero in casa e stavo giocando, mia mamma non c’era perché mi aveva detto che doveva andare a un colloquio di lavoro, quindi sono rimasta in casa. C’era anche un uomo che è più vecchio di mio papà, una persona che mia mamma ospita in casa in affitto". Con precisione la piccola vittima racconta, ancora in audizione protetta, come riportato dalle carte, che transitando nel corridoio l’inquilino sessantenne era riuscito a seguirla ed entrare in bagno insieme a lei. 

Lì aveva consumato i primi episodi di violenza che poi si erano ripetuti in altre occasioni con modalità simili. “Quando siamo entrati in bagno mi ha messo dello scotch sulla bocca... e poi,.. poi mi ha portato in camera mia e dopo mi ha portato in camera da letto. Ho capito che mi aveva messo lo scotch per non dire 'aiuto' e dopo ha iniziato a fare cose vergognose". La bambina ha trovato la forza di raccontare le “cose vergognose“ prima alla mamma e poi alla zia, prima di essere accompagnata alla Mangiagalli e depositare una denuncia ai carabinieri. La visita dei medici e della psicologa ha accertato lesioni e uno stato emotivo compatibile con uno choc molto forte.

Le indagini condotte anche attraverso le celle telefoniche hanno confermato gli spostamenti dell’uomo che aveva preso in affitto una camera nell’abitazione della donna. L’uomo è sempre rimasto in carcere perché gli investigatori hanno ritenuto che sussistesse il pericolo di fuga. "L’uomo infatti - si legge nell’ordinanza di arresto - ha mostrato incapacità di gestire i propri impulsi sessuali e risulta privo di freni inibitori". 

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