Bancarotta e riciclaggio, tra gli arrestati il boss Carollo e l’avvocato Bosco. Il legale morto per un malore dopo la notifica di custodia cautelare

L’uomo, 65 anni, ha già scontato 24 anni di pena per associazione mafiosa. Il professionista sarebbe stato a capo del sistema fraudolento

Le Fiamme Gialle al lavoro

Le Fiamme Gialle al lavoro

Milano –  Ancora guai per Antonino Carollo, figlio del boss di Cosa Nostra e figura di spicco dell’indagine milanese “Duomo Connection” degli anni Novanta, che era stata coordinata dal pubblico ministero Ilda Bocassini insieme a Giovanni F” Sergio De Caprio. Dopo avere scontato una condanna a 24 anni per associazione mafiosa, Carollo è stato adesso arrestato insieme ad altri tre per bancarotta, reati fiscali e riciclaggio in un’indagine dei pm di Milano Bruna Albertini e Simona Ferraiuolo.

Gli accertamenti condotti dai finanzieri della Compagnia di Magenta hanno consentito di ricostruire un "articolato sistema fraudolento" – come scrivono le Fiamme Gialle in una nota – che sarebbe stato pianificato e diretto dal legale Giovanni Bosco, morto per un malore nel pomeriggio di ieri dopo la notifica della custodia cautelare in carcere.

Sarebbero coinvolti, stando alle indagini, anche diversi collaboratori tra cui lo stesso Antonino Carollo e una serie di persone che sarebbero state utilizzate come prestanomi di imprese, tra cui alcune operanti nel settore edile e immobilare. Lo scopo, secondo quanto emerso dagli accertamenti, sarebbe stato quello di frodare il fisco, i creditori e consentire il riciclaggio di denaro di derivazione illecita. Le Fiamme Gialle hanno poi proceduto anche al sequestro di beni per 4 milioni di euro. Inoltre sono state eseguite anche 20 perquisizioni tra le province di Milano, Pavia, Pisa, Varese, Livorno e Catanzaro, per le quali sono stati impiegati oltre 70 militari e le unità cinofile “cash dog”.

Sono in tutto 22 gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano e della Gdf e rispondono a vario titolo dei reati di bancarotta fraudolente, indebita compensazione di crediti d’imposta per oltre 2 milioni e mezzo di euro, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, riciclaggio, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori. Il figlio dell’ex boss di Cosa Nostra, è stato arrestato a Pisa e condotto in carcere su ordinanza del gip milanese Mattia Fiorentini.

L’avvocato Bosco era cognato del boss Paolo Errante Perrino, che è a sua volta indagato nell’inchiesta Hydra della procura distrettuale antimafia. Sarebbe stato lui a capo del sistema fraudolento. Gli altri due arrestati sono finiti invece ai domiciliari, sempre secondo quanto stabilito dal gip.

Antonio Carollo, 65enne originario di Palermo, aveva reinvestito i soldi di Cosa Nostra in Lombardia con le sue imprese edili, venendo poi condannato in via definitiva nell’indagine sul traffico di droga e sulle concessioni edilizie a Milano, che era arrivata fino a Palazzo Marino. Il padre Gaetano era stato ucciso nel 1987 a Liscate, nel Milanese, dove viveva come latitante sotto il nome di ingegner Michele Tartaglia. Nei suoi confronti era stato emesso un mandato di cattura tre anni prima dal Tribunale di Palermo.

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