Bus incendiato, controlli sugli autisti: in attesa della legge accordo con le Prefetture

Lo chiederà Umberto Regalia, presidente dell'azienda di Milano, Monza, Lodi e Pavia, alla prossima assemblea dei soci

L'autobus incendiato sulla Paullese

L'autobus incendiato sulla Paullese

Milano, 26 marzo 2019 - Dopo la tragedia sfiorata tra le fiamme dell’autobus dei bambini sulla Paullese, ora si corre ai ripari. Ma per farlo sarà necessario un accordo fra le agenzie di trasporto e le prefetture. Perché al momento chi gestisce i mezzi ha le mani legate. A dirlo, annunciando un primo intervento che consenta di avere la garanzia che le sorti di chi viaggia siano in mano a personale dalla fedina penale immacolata, è Umberto Regalia, presidente dell’Agenzia per il trasporto pubblico locale del bacino di Milano, Monza, Lodi e Pavia, una realtà che conta 6.800 autisti (di cui 5.000 nella sola Milano) in servizio ogni anno su 180 milioni di chilometri.

«Nella prossima assemblea intendo proporre ai soci (comuni, province e città metropolitana, ndr) un accordo con le prefetture analogo al protocollo di legalità sui lavori pubblici - dice Regalia - Un “protocollo di sicurezza” che garantisca la conoscenza da parte delle aziende ma anche di chi le controlla, cioè le agenzie, dei casi critici degli autisti, tipo sospensioni della patente e simili, in modo che nessuno possa dire che non sapeva».

Il primo a sollevare il caso è stato il sindaco di Monza Dario Allevi, che sabato ha annunciato una lettera all’agenzia di bacino per il Tpl per chiedere di imporre agli autisti dei bus la presentazione del loro casellario giudiziale. «Non possiamo mettere la vita dei nostri bambini e non solo nelle mani di chi ha precedenti», ha detto Allevi. In realtà il controllo non è così semplice, ammette Regalia: «Siamo nel Paese delle tutele fittizie. Per esempio se a un autista viene sospesa la patente, la Motorizzazione non può farlo sapere alla società per cui lavora. Quindi noi possiamo reclutare personale senza macchia ma nessuno ci garantisce su ciò che succede dopo l’assunzione».

La soluzione definitiva? «Servirebbe una legge che preveda una disciplina speciale per tutti i dipendenti pubblici, dalla maestra all’autista o all’infermiera, con tanto di obbligo a comunicare infrazioni e reati. Ciò a tutela degli utenti ma anche dei dipendenti. Perché oggi noi dobbiamo difendere anche i 6.800 autisti che svolgono il loro lavoro tutti i giorni senza problemi e che anzi spesso, soprattutto in periferia, sono vittime loro stessi di aggressioni». E in Regione la Lega annuncia una mozione per oggi. «Vogliamo impegnare la Giunta a trovare un raccordo con prefetture e agenzie che consenta di tenere sotto controllo la situazione», dice il consigliere Andrea Monti.

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