Autobus dirottato, pg: " Confermare la condanna a 24 anni a Sy"

E' quanto chiesto nell'udienza di apertura del processo di Appello: "Lucido, ha organizzato quello scenario con ferocia". Lui si difende: "Non sono un terrorista"

L’autista-dirottatore del bus, Ousseynou Sy, dietro le sbarre durante l’udienza

L’autista-dirottatore del bus, Ousseynou Sy, dietro le sbarre durante l’udienza

Crema (Cremona), 7 aprile 2021 - Chiesta la conferma della pena di 24 anni per Ousseynou Sy - l'autista senegalese che il 20 marzo 2019, dirottò, tenne in ostaggio e poi diede alle fiamme un bus con 50 bambini di una scolaresca di Crema, due insegnanti e una bidella a San Donato Milanese, fortunatamente senza provocare vittime. E' quanto accaduto durante l'udienza di apertura del processo di secondo grado che si è tenuta oggi davanti alla prima corte d'Assise d'Appello di Milano (presidente giudice Giovanna Ichino).

Il 48enne, il 15 luglio scorso, era stato condannato a 24 anni per sequestro di persona a fini terroristici o eversivi, strage, incendio, lesioni, e resistenza a pubblico ufficiale. Nella sua relazione la pg, che rappresenta l'accusa, ha ricordato che quel bus, cosparso di benzina e su cui viaggiava una scolaresca, era una "bomba vagante", e ha provocato un "gravissimo allarme sociale" anche se non ci sono state vittime.

La pg ha anche riflettuto sullo scenario internazionale di quel periodo, in cui era ancora attivo l'Isis e in cui era stato lanciato un messaggio rivolto a tutti "i lupi solitari" affinche' colpissero. Infine l'accusa si è opposta alla concessione delle attenuanti generiche sostenendo che il comportamento processuale di Sy e' stato ondivago, "dando tre versioni diverse dei fatti" e poi "minimizzando". Nelle motivazioni depositate lo scorso luglio dalla Corte d'Assise di Milano, il presidente ed estensore Ilio Mannucci Pacini scriveva che Sy ha agito con "lo scopo di condizionare i pubblici poteri" in materia di "accoglimento degli stranieri, di intimidire la popolazione con un'azione plateale" per generare "panico" nelle persone. 

Nel corso della giornata Sy ha reso dichiarazioni spontanee. "Sono rammaricato per quanto accaduto quel giorno, ma il passato non si può modificare. Non sono un terrorista né un assassino. Non ho mai avuto intenzione di fare del male a nessuno", la sua difesa, che ricalca quanto sostenuto in passato.  La difesa, con l'avvocato Giovanni Garbagnati, ha chiesto l'assoluzione piena dell'imputato. E  proposto una integrazione della perizia psichiatrica effettuata in primo grado che stabilì che Sy non era affetto da "vizio parziale di mente per infermità". Richiesta a cui si è opposta la Procura generale  in quanto l'imputato si è mostrato sempre "lucido" e ha organizzato "quello scenario con ferocia". Si torna in aula il 9 aprile per repliche e sentenza.

 

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