Atm, via ai rincari Il biglietto aumenta Abbonamenti salvi

Il sindaco: dal 9 gennaio ticket ordinario urbano da 2 a 2,20 euro. Lite Comune-Regione. "Colpa dei tagli". "Milano non segue i criteri"

C’è una data, il 9 gennaio, per l’aumento del biglietto dell’Atm che era nell’aria da mesi: al ritorno dalle vacanze di Natale i ticket singoli, occasionali e settimanali per il trasporto pubblico a Milano subiranno "l’adeguamento Istat", annuncia il Comune, rimarcando che "restano invariati i prezzi degli abbonamenti urbani mensili e annuali e le agevolazioni". Dal 9 gennaio 2023, il biglietto ordinario (Mi1-Mi3, valido anche nei comuni della fascia 3) sale di 20 centesimi, da 2 euro a 2,20; il carnet da dieci corse da 18 euro a 19,50; il giornaliero da 7 euro a 7,60; il tre giorni da 12 a 13 euro; il settimanale da 17 a 18,50. I ticket con la vecchia tariffa saranno validi per altri 60 giorni (fino al 10 marzo 2023).

Non cambia nulla per gli abbonamenti; ad esempio il mensile ordinario resta a 39 euro e l’annuale a 330 - e il costo sarebbe di 43,5 e 400 euro rispettivamente in base al sistema tariffario del bacino Milano-Brianza, precisano dal Comune, che "compensa i costi anche per i non residenti a Milano" e continuerà a finanziare anche le agevolazioni delle quali usufruiscono in circa 444 mila, di cui oltre 160 mila giovani da 14 a 27 anni (mensile a 22euro, annuale a 200), 66mila over 65 (11mila hanno l’abbonamento gratuito perché hanno un Isee sotto i 16 mila euro, gli altri tariffe da 16 a 30 euro sul mensile e da 170 a 300 sull’annuale), e 37 mila persone con Isee sotto i seimila euro (annuale a 50 euro); resta anche lo sconto per i genitori di tre o più figli (annuale a 165 euro) e la gratuità per gli under 14. Mentre ad esempio, fanno notare da Palazzo Marino rimarcando che "Milano è tra le città europee con le tariffe più basse", a Lione che ha 4 linee del metrò ed la "sola" col ticket ordinario sotto i 2 euro, da 4 anni in su si paga, e così a Barcellona, che di metropolitane ne ha 12, ma "il biglietto a 2,4 euro vale una corsa anziché 90 minuti".

Ma il nodo, rimarca l’assessora alla Mobilità Arianna Censi, è che l’adeguamento all’Istat deliberato a fine agosto dall’Agenzia di bacino (e applicato da settembre dal sistema regionale di Trenord, con un incremento lineare del 3,82% per le tariffe ferroviarie e dell’1,91% per quelle integrate, abbonamenti inclusi) "non è più rimandabile" dal Comune, che ha allungato i vecchi prezzi di quattro mesi con fondi propri, "soprattutto per il costante impegno economico per la realizzazione di nuove metropolitane, a fronte del quale non interviene un adeguato incremento di trasferimenti regionali". La Regione, che distribuisce i fondi statali a loro volta assegnati alla Lombardia, è passata da versare a Milano 287,5 milioni di contributi nel 2011 (quando la M3 era più corta di 3,9 km, la M2 di 4,8 e mancavano del tutto la M5 coi suoi 12,6 km e i freschissimi 5,4 primi km della M4) "agli attuali 262,7". Sono 24,8 milioni in meno, più della ventina annuali che si può ipotizzare saranno recuperati con l’aumento dei ticket occasionali (l’Atm ne ha venduti 75 milioni nei primi undici mesi del 2022, in gran parte biglietti singoli), mentre "per tutelare chi sceglie quotidianamente i mezzi pubblici abbiamo scelto di non caricare il sovrapprezzo sugli abbonamenti", che tra annuali e mensili sono stati 3,5 milioni tra gennaio e novembre (più dei 3,2 milioni di residenti del Milanese). "È assolutamente necessario rivedere la ripartizione del Fondo trasporti, che penalizza chi fa investimenti - conclude Censi -. Al nostro appello non hanno risposto né Regione né il Governo".

La Regione contrattacca: "Il Comune di Milano non rispetta i criteri di efficienza previsti dalla delibera del 2020", accusa l’assessora ai Trasporti Claudia Terzi, ammettendo la riduzione dei trasferimenti a beneficio di "altre agenzie" ma insistendo che quella di Milano "riceve annualmente più di 415 milioni su 624 disponibili, di cui oltre metà entrano nelle casse" di Palazzo Marino. La destra segue a ruota, dal consiglio comunale ("Abbiamo indicato come recuperare risorse per evitare l’aumento", "soprattutto con la lotta" all’evasione, afferma il capogruppo della Lega Alessandro Verri) al Pirellone (il capogruppo di FI Gianluca Comazzi parla di "accanimento della giunta Sala sui cittadini, già costretti a rinunciare alla macchina dai diveiti di area B") e dalla Lega, col coordinatore regionale Fabrizio Cecchetti che si concentra sul rincaro "del 10%" del biglietto ordinario a a FdI col consigliere regionale Franco Lucente, che censura "un altro brutto tentativo del Comune di scaricare la responsabilità su Regione".

"La responsabilità è di Regione", ribatte il consigliere comunale dem Alessandro Giungi, ma il rincaro apre crepe anche nella maggioranza che sostiene Beppe Sala: "Il Comune ritiri in fretta questa follia - scrive sui social il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi -. Geniale poi farla a un mese dalle elezioni" (regionali, ndr). Gi.Bo.

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