
Arrigo Giana
Milano, 22 maggio 2020 - Arrigo Giana, direttore generale di Atm, quanti passeggeri sono tornati sui mezzi dopo le riaperture del 4 e 18 maggio? «A proposito di questo, vorrei prima di tutto ringraziare i lavoratori Atm perché hanno fatto un lavoro straordinario per consentirci di arrivare a questa Fase 2. Sono state preparate e collocate su treni, bus, tram, alle fermate e nelle stazioni, oltre 60mila affissioni con regole ed indicatori di distanziamento, sono stati contattati 1 milione di clienti via mail per informarli sulle nuove modalità di viaggio e diffusi 40mila questionari per capire le abitudini pre e post Coronavirus. Senza contare il reperimento dei materiali sanitari. Sottolineato questo, il 4 maggio abbiamo avuto tra l’11 e il 12% dei passeggeri rispetto al periodo pre-Coronavirus. Da lunedì 18 siamo saliti al 20% e la percentuale aumenta un po’ ogni giorno, anche se il limite di capacità per ora resta fermo al 25-30%».
E se a settembre dovessero riaprire le scuole, come auspicato dal sindaco solo martedì? «Con le limitazioni attuali abbiamo ancora un po’ di capacità residua. Ma se dovremo trasportare più persone si dovranno cambiare gli orari delle attività e della città oppure si dovrà ridurre il distanziamento, altrimenti si rischia di dover lasciar giù dai mezzi dei passeggeri».
Di quanto deve essere ridotto il distanziamento? «Secondo le aziende di trasporto, bisognerà passare a 2 persone per metro quadrato, non più una sola, in modo da raddoppiare la capienza. Quanto al differimento degli orari, ci stiamo confrontando con le imprese dei vari comparti produttivi e con le altre aziende del trasporto pubblico, ad esempio Trenord e Arriva, per mettere a punto soluzioni comuni. Siamo tutti molto motivati, vedremo poi gli esiti».
Atm offrirà ai passeggeri servizi nuovi per conciliare il ritorno alla normalità e il rispetto delle regole anticontagio? «Per la Fase 3, quella che dovrebbe aprirsi da settembre, stiamo lavorando allo sviluppo di soluzioni tecnologiche che ci consentano di tenere sotto controllo il numero dei passeggeri sui mezzi pubblici e prevenire eventuali affollamenti».
Nel dettaglio? «Per i mezzi di superficie, dove non abbiamo il filtro dei tornelli, stiamo sviluppando un software di people counting capace di leggere le immagini restituite dalle telecamere di cui sono dotati le vetture appena acquistate, ad esempio i nuovi mezzi della linea 90-91, di contare il numero di passeggeri presenti a bordo e di segnalarlo alla nostra sala operativa ma anche ai passeggeri attraverso l’app di Atm. In questo modo potremo comunicare e intervenire in tempo reale per evitare che si salga su un mezzo già pieno oltre la capienza consentita. Per quanto riguarda le linee extraurbane, ad esempio la Milano Lampugnano-Bergamo, gestita dalla nostra Net, già poco prima dell’inizio della Fase 3 potremmo introdurre un sistema di prenotazione del viaggio preceduto dalla numerazione dei posti a sedere là dove non numerati. A soluzioni di questo tipo stiamo lavorando insieme ad aziende quali Trenord».
Avete una stima dei passeggeri che potreste perdere perché potrebbero scegliere di non tornare più ad usare i mezzi? «Io penso che da qui a settembre il numero di passeggeri si attesterà tra il 25 ed il 30% del periodo pre-Coronavirus. Per il resto, è difficile fare previsioni. Di certo in questi mesi nessuno ha rinnovato gli abbonamenti in scadenza, né i mensili, come ovvio, né gli annuali. Ci vorrà tempo prima che le persone riacquistino completa tranquillità nello spostarsi con i mezzi pubblici e ci sono scelte che si stanno compiendo oggi che potrebbero far sì che le cose non tornino più come prima. Mi riferisco a quanti stanno comprando monopattini o biciclette anche grazie ai bonus del Governo: queste persone potrebbero modificare una volta per tutte le proprie abitudini di spostamento in città».
Secondo Marco Piuri, suo collega di Trenord, ci vorranno almeno due anni prima che il trasporto pubblico riacquisti tutti i passeggeri del pre-Covid. «Io sono un po’ più pessimista».
Si rischia che l’uso dell’auto riprenda stabilimente quota? «Questo no, non perderemo la battaglia con l’auto privata».
Meno passeggeri e meno introiti: tra gli investimenti già annunciati ce n’è qualcuno al quale dovrete rinunciare? «No, si va avanti con la conversione all’elettrico di tutta la nostra flotta e, a questo proposito, segnalo che dal 4 maggio sono entrati in servizio i primi 8 nuovi filobus Trollino sulla 90-91 e nei prossimi mesi ne saranno messi in strada altri 22. Si va avanti anche con i lavori nelle stazioni della metropolitana, col sistema di segnalamento... in tutti i casi si tratta di soldi già stanziati e di ordini già inviati. In più noi vogliamo rendere sempre più attrattivo il trasporto pubblico e quindi bisogna lavorare in questa direzione».
Sulla smaterializzazione dei titoli di viaggio vi siete fermati: a inizio 2020 sarebbe dovuta partire la sperimentazione dell’uso delle carte contactless pure sui mezzi di superficie ma non se n’è fatto nulla. «L’emergenza Coronavirus rende più che mai necessario percorrere la strada della smaterializzazione dei titoli di viaggio e questa è una delle innovazioni che possono contribuire a dare più appeal al trasporto pubblico quindi ripartiamo subito. In questi mesi ci siamo dovuti fermare anche perché i fornitori hanno chiuso ma dovremmo riuscire ad avviare la sperimentazione sui mezzi di superficie entro giugno».
Meno biglietti, meno introiti, il bilancio del Comune piange: taglierete il numero di chilometri annuo previsto nel Contratto di Servizio? «In tutta Italia si è deciso che la fase emergenziale debba essere risolta con un intervento straordinario del Governo, come del resto si sta facendo in Europa. I contratti in essere devono essere tenuti in equilibrio con le risorse straordinarie del Governo. Il tema è questo. Per ora l’esecutivo ha stanziato 500 milioni di euro per tutte le aziende di trasporto del Paese ed è una cifra ovviamente insufficiente. Ma si tratta di un primo stanziamento al quale dovranno seguire altri. Il confronto con il ministro dei Trasporti è costante, quindi non dubito che saremo ascoltati. Per il periodo post-emergenza, invece, si vedrà». Quanto occorre ad Atm per mantenenere l’attuale livello di servizio? «Diciamo che al sistema Stibm, quindi al bacino dell’area milanese, occorrono circa 200 milioni di euro».
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