Dall'interinale al posto fisso in pieno lockdown: la conquista di Francesca

Una storia positiva e controcorrente in questo 2020 in cui Zini ha assunto stabilmente 16 persone

Il ceo di Zini, Maurizio Vezzani, con Francesca Cariolo

Il ceo di Zini, Maurizio Vezzani, con Francesca Cariolo

Cesano Boscone (Milano), 30 dicembre 2020 – Francesca ha 25 anni, è nata nella provincia di Bari, a Monopoli, e dopo la scuola ha iniziato subito a lavorare. Tanta esperienza come cameriera, poi il viaggio a Londra a lavorare tra i tavoli e imparare la lingua e infine il trasferimento a Milano, “dove c’erano più opportunità rispetto al sud – racconta Francesca Cariolo –, amo la mia terra e la mia famiglia è tutta in Puglia, ma ho deciso di venire a Milano perché ci sono più occasioni professionali. Certo, non mi aspettavo di riuscire a trovare un lavoro così stimolante e bello”. Si riferisce all’impiego di back office nell’azienda Zini, pastificio storico e leader nella produzione della pasta fresca surgelata.

Un’impresa conosciuta nel nostro Paese e apprezzata anche all’estero, dove la pasta fresca made in Italy è richiestissima. Ma anche una realtà grande come Zini ha dovuto subire la battuta d’arresto a causa dell’emergenza covid che ha chiuso locali e ristoranti, dove l’azienda di Cesano fornisce la maggior parte dei prodotti. Imprese nella stessa condizione hanno dovuto lasciare a casa i dipendenti, cassa integrazione, licenziamenti. Zini ha agito controcorrente. Nonostante il pesante calo del fatturato, ha trovato il modo di investire nel fattore umano, assumendo in pieno lockdown 16 persone.

“Abbiamo riflettuto molto – racconta il ceo Maurizio Vezzani – concludendo che anche nella peggiore crisi bisogna trovare la forza di reagire. Lo abbiamo fatto rimboccandoci le maniche e investendo nella risorsa più importante, le persone. Abbiamo potenziato il factory outlet e incrementato lo staff con 16 assunzioni a tempo indeterminato. Un investimento nel fattore umano che siamo sicuri sarà proficuo, in attesa della ripresa”.

Un anno difficile per tutto il settore food e ristorazione, ma per Francesca, nella drammatica emergenza, c’è stata anche una notizia positiva: “Avere a 25 anni un posto di lavoro sicuro non è semplice, soprattutto in questo periodo – ammette la giovane –, io ce l’ho messa tutta per impegnarmi e far conoscere le mie potenzialità. Tanta determinazione che è stata ripagata da un’azienda giovane ma capace di tramandare valori e tradizioni. Ad aprile ero disperata: l’agenzia interinale non mi avrebbe prolungato il contratto. Non sapevo cosa fare. Poi, la bellissima notizia: un lavoro che mi piace, dinamico, a contatto con i clienti e dove si studiano sempre idee nuove. Un anno terribile, ma ho almeno un buon motivo per festeggiare”.  

 

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