L’assessore all’urbanistica di Torino è indagato in un caso di abuso edilizio a Milano

Paolo Mazzoleni faceva parte della commissione milanese che avrebbe dato falsi pareri paesaggistici su una palazzina costruita in piazza Aspromonte

L'assessore indagato a Milano, Paolo Mazzoleni

L'assessore indagato a Milano, Paolo Mazzoleni

L’assessore all’Urbanistica del Comune di Torino Paolo Mazzoleni è tra le persone indagate della Procura di Milano nell’inchiesta su un presunto abuso edilizio legato alla costruzione del palazzo “Hidden Garden” in piazza Aspromonte, nel quartiere Città Studi del capoluogo lombardo. Secondo il pubblico ministero l’edificio sarebbe stato costruito con permessi illegittimi e sulla base di falsi pareri della commissione per il paesaggio milanese.

Gli inquirenti contestano a Mazzoleni – che è un architetto professionista – un coinvolgimento nell’inchiesta in quando autore del progetto della palazzina, oltre che ex componente della commissione Paesaggio del Comune di Milano. L’indagine non riguarda in alcun modo il suo attuale ruolo nell’amministrazione torinese.

L’avvocato Maurizio Bortolotto, che difende l’assessore, ha dichiarato che "siamo sereni per il nostro operato, aspettiamo l'evoluzione del procedimento e abbiamo piena fiducia nella magistratura".

La questione del sequestro

L'inchiesta, coordinata dal dipartimento guidato dall'aggiunto Tiziana Siciliano e dal pubblico ministero Marina Petruzzella, lo scorso ottobre aveva anche portato al sequestro dell'edificio (erano stati costruiti sette piani) sorto all'interno di un cortile di piazza Aspromonte. Sequestro che, però, non è poi stato convalidato né dal giudice per le indagini preliminari e né accolto in secondo luogo dal tribunale del Riesame.

Giovedì 13 aprile si è tenuta udienza in Cassazione sull'ulteriore impugnazione della Procura. Tra gli indagati, come era già emerso, c'è il costruttore Andrea Bezziccheri, presidente del consiglio di amministrazione della Bluestone Aspromonte srl.

Quali sono le accuse

La Procura, che indaga anche per falso, ha ipotizzato, si legge negli atti, che "le opere in corso di realizzazione sono state autorizzate in base a permessi di costruire illegittimi per violazione delle norme che regolano l'altezza delle costruzioni nei cortili, in quanto emessi sulla base di pareri ideologicamente falsi della commissione per il paesaggio" di Palazzo Marino, "che hanno ritenuto che l'area interessata dall'edificazione non potesse essere considerata cortile".