
L’assalto alla New Car ripreso da una telecamera interna
Milano, 22 febbraio 2020 - Ora è arrivato anche il sigillo della Cassazione a chiudere la vicenda processuale legata all’assalto alla carrozzeria New Car di Novate Milanese del 12 marzo 2018. I giudici della Suprema Corte hanno respinto i ricorsi presentati dall’organizzatore della spedizione punitiva, l’ex titolare dell’officina Rocco Ambrosino, e da quattro dei suoi otto complici, rendendo definitive le pene patteggiate dagli imputati il 28 maggio 2019. Ecco quanto dovranno scontare i nove protagonisti del raid armato: 4 anni e 8 mesi per Ambrosino, 3 anni e 4 mesi per Mirko “Loki“ Quintini, 4 anni e 3 mesi per Michelangelo “Miki“ Lo Bue, 3 anni e 3 mesi per Antony Kahage Kiarie, 3 anni per Ionel Cosmin Timis, 2 anni e 9 mesi per Davide “Poncio“ Del Vecchio, 3 anni e 3 mesi per Rennzo Gianpierre Pinto Sullcahuman, 3 anni e 4 mesi per Michael Leoci e 3 anni per Loris Maioli.
Torniamo a quella mattina di due anni fa. I nove, incappucciati, fanno irruzione nel capannone di via Boito e aggrediscono l’ex socio di Ambrosino, Massimiliano Toscano, nome di spicco della criminalità della periferia nord e considerato molto vicino ai Flachi: il bersaglio del blitz viene preso a pugni e buttato a terra; poi uno della banda prova a tagliargli un braccio con un flessibile, ma Toscano, appassionato di thai boxe, riesce a divincolarsi dalla presa e a scappare. I banditi, a quel punto, arraffano un borsello con soldi e chiavi e spariscono nel nulla. I carabinieri capiscono subito che non si tratta solo di una rapina: quella non è un’autofficina qualunque, è da sempre un luogo di ritrovo dei pregiudicati di Comasina e Bruzzano. La prima svolta arriva dopo poche ore, quando un testimone riconosce Ambrosino: "In questo preciso istante – lo stralcio delle sue dichiarazioni – vedo arrivare sul piano l’ex titolare della carrozzeria, che prima si chiamava Ambrocar". Nonostante la reticenza di Toscano e dei suoi dipendenti, i militari della seconda sezione del Nucleo investigativo, coordinati dal tenente colonnello Cataldo Pantaleo, riescono a identificare tutti i presunti responsabili, arrestati all’alba del 25 luglio 2018. Il motivo dell’agguato: "Una faida in atto, legata, con ogni probabilità, alla gestione del traffico di stupefacenti su quel territorio". La prova arriverà esattamente un anno dopo, quando alle stesse persone viene notificata un’ordinanza di custodia cautelare a valle di un’indagine sullo spaccio di droga.