Arianna Fontana: "Io ai Giochi in casa del 2026? Sarebbe un sogno"

La pattinatrice di short track accantona la polemica: "Chiudere a Milano sarebbe incredibile"

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Il viaggio intercontinentale dalla Cina all’Italia è stato lungo, Arianna Fontana scende dall’aereo ancora un po’ intontita. La pattinatrice valtellinese è nella storia dello sport italiano. Sì, perché, dopo i Giochi di Pechino appena conclusi, è l’atleta azzurra più medagliata nelle storia delle Olimpiadi invernali: ha conquistato 11 medaglie olimpiche di cui due d’oro. Davanti lei c’è soltanto il mito della scherma italiana, Edoardo Mangiarotti, con 13 medaglie olimpiche. La Fontana riuscirà a superare quel record? La domanda, durante la conferenza stampa organizzata all’aeroporto di Malpensa, è una delle prime poste ai reduci da Pechino. Anche perché l’atleta di Bormio è entrata in rotta di collisione con la sua Federazione per l’organigramma di allenatori e squadra di short track. La sua partecipazione ai Giochi del 2026 è in dubbio. Eppure si tratterebbe di Olimpiadi in casa. Un’occasione da un perdere. O no? La Fontana prende tempo: "La mia prima Olimpiade è stata a Torino 2006, concludere a Milano sarebbe incredibile. Mai dire mai, sognare non costa nulla, sogniamo insieme e vedremo".

La possibilità di gareggiare in casa è un sogno anche per altri atleti azzurri come Federica Brignone, Francesca Lollobrigida e Amos Mosaner, anche loro sbarcati ieri a Malpensa. Brignone era stata polemica con i Giochi del 2026, ma rettifica: "Lo spirito olimpico a Milano-Cortina? Non l’ho mai messo in discussione, anzi ho detto che culturalmente gli sport invernali sono più importanti che in Cina".

M.Min.

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