Milano - È ancora intontito per i colpi alla mandibola, alla spalla e all’orecchio: i medici lo hanno dimesso con una prognosi di 21 giorni, anche se serviranno ulteriori esami per accertare l’entità della lesione al timpano. Il signor Raimondo, una vita da autotrasportatore e 78 anni portati con grande vigorìa, su una cosa però non ha alcun dubbio: "Io resto qui, non me ne vado: ci sono dalla costruzione di queste case e non ho paura – assicura –. Sono già rientrato e non ho alcuna intenzione di andarmene". Un concetto che ripete più volte, quasi a voler mandare indirettamente un messaggio a coloro che vivono illegalmente nel suo stabile, nel complesso popolare Aler delle Case Bianche di via Salomone: "Quell’uomo ha agito da bestia: senza parlare, senza ragionare. Non ci si comporta così". L’uomo di cui parla è la persona che giovedì sera l’ha aggredito a pugni mentre stava cenando: "Ho sentito suonare il campanello e sono andato ad aprire", racconta al Giorno .
Il motivo del pestaggio? L’ipotesi è quella di una spedizione punitiva organizzata dopo un intervento dei tecnici di Unareti, che in mattinata avevano staccato un allaccio abusivo alla corrente elettrica. Nel pomeriggio, secondo una prima ricostruzione, gli irregolari che vivono nel palazzo avrebbero cercato di ripristinare l’attacco fuorilegge, generando un principio di incendio e puzza di bruciato nella tromba delle scale; e così sarebbe scattata una seconda segnalazione per denunciare quanto stava accadendo. Nel mirino è finito proprio il settantottenne, evidentemente individuato dall’aggressore come colui che aveva richiesto un nuovo sopralluogo: "Forse – ragiona Raimondo – hanno visto le forze dell’ordine in strada e hanno pensato che sia stato io a chiamare, ma io non so perché fossero lì in quel momento".
In ogni caso, la vendetta è stata brutale; e solo la capacità di reazione dell’anziano, che è riuscito in qualche modo a non farsi sopraffare, ha scongiurato conseguenze peggiori. "Non mi era mai capitato – chiosa il settantottenne –. Purtroppo, siamo noi onesti a pagare il conto anche per chi non rispetta le regole". "Gli occupanti sono dei sinti più volte segnalati per gravi episodi ( legati al campo nomadi di via Bonfadini, ndr ) – denuncia Oscar Strano, portavoce del Comitato Salomone Rinasce ed ex presidente del Consiglio di Municipio 4 –. Dal furto delle luce, che ha comportato più volte cortocircuiti e incendi nel locale contatori, alle minacce ai vicini. Una situazione che abbiamo denunciato da tempo e arrivata al limite. Non siamo più disposti a convivere con questi delinquenti. Chiediamo lo sgombero immediato".
E ancora : "La riqualificazione dei caseggiati rischia di risultare vana se non si inizia subito con un lavoro meticoloso di giustizia sociale – aggiunge Strano –. Si parta liberando il quartiere dai delinquenti, per bloccare quei traffici e quel senso di anarchia cui ci siamo tristemente abituati. Gli alloggi occupati da questi personaggi devono essere riassegnati subito alle persone perbene". Il caso è stato segnalato anche all’assessore regionale alla Casa Alan Rizzi: "Atto gravissimo che non può rimanere impunito. Sono fiducioso del lavoro che svolgeranno le forze dell’ordine. Occorre dare un segnale immediato di legalità".