Ansia a scuola e paura per il futuro "Gli adolescenti ci chiedono aiuto"

“AccogliMi“, 66 famiglie prese in carico grazie al progetto del Comune. La psicotarapeuta: più ascolto

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di Annamaria Lazzari

Ragazzi divorati dall’ansia, anche per l’andamento scolastico. E preda di un’angoscia non più legata solo alla turbolenta fase della crescita ma a un futuro percepito come gravido di minacce. Con tendenze anche all’autolesionismo, disperata richiesta di aiuto. È una fotografia giovanile preoccupante quella che emerge dai primi dati raccolti su “AccogliMI“, progetto di supporto psicologico lanciato dalla primavera per gli adolescenti milanesi che mette a disposizione una linea telefonica, chat e altre attività che hanno coinvolto finora sette scuole superiori (altre si aggiungeranno). L’iniziativa del Comune di Milano con Ats e “Rete delle scuole che promuovono salute“ si rivolge a chi ha tra i 14 e i 18 anni (circa 60mila in città) e alle loro famiglie per offrire un orientamento psicologico e, eventualmente, indirizzare gli utenti verso la rete dei servizi specialistici sanitari, educativi e ricreativi. "L’obiettivo è garantire un aggancio precoce per prevenire un disturbo che richieda un intervento specialistico" precisa Anna Arcari, psicoterapeuta e presidente della Cooperativa Minotauro, capofila nella rete delle otto realtà coinvolte.

"A chiedere aiuto, soprattutto i ragazzi del biennio, con preoccupazioni riguardanti il successo scolastico" prosegue la psicoterapeuta. "Abbiamo registrato problematiche di ansia, con ragazzi che provano angoscia non sentendosi all’altezza di riuscire ad affrontare le sfide della crescita e avvertono l’incertezza di un presente difficile e di un futuro presentato come minaccioso. Alcuni mettono in atto forme di sofferenza con modalità che spaventano molto gli adulti, come il fallimento scolastico improvviso, condotte antisociali, autolesionismo, disturbi alimentari, tentato suicidio. Tutti segnali con cui gli adolescenti stanno chiedendo un aiuto. Di fronte a questi casi se i genitori rispondono con paura e delusione, ritirandosi dal proprio ruolo, il giovane si sentirà ancora più solo aggravando la sua sofferenza. È importante che le figure adulte, collaborando insieme, aiutino il ragazzo a non perdere la speranza fornendo risposte di comprensione, senza stigmatizzarli come malati, fragili o "bamboccioni". A una manifestazione di malessere va offerto uno spazio di ascolto" sottolinea Arcari.

Sono stati 452 i contatti registrati al telefono e nella chat fra fine aprile e fine agosto: alcuni avevano bisogno di informazioni, sono 66 le famiglie prese in carico fra supporto psicologico e accompagnamento ai servizi, 140 gli studenti che hanno partecipato alle attività di gruppo su affettività, prevenzione all’uso di sostanze, cyberbullismo. Tutti "servizi necessari per intercettare un bisogno prima che si trasformi in manifestazione grave", rimarca l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé. Per diffondere la consapevolezza dell’importanza di prendersi cura della salute mentale, il Comune ha lanciato "Milano4mentalhealth", 70 iniziative per il mese di ottobre.

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