
Andrea Russo, 44 anni
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Milano - Il contratto di lavoro offerto da una società di servizi sembrava la soluzione per abbandonare il reddito di cittadinanza e conquistare l’autonomia. Ma, per Andrea Russo, si è rivelato una beffa. Il 44enne ha visto tagliare l’importo del sussidio perché risulta formalmente occupato, seppure con un contratto precario e non a tempo pieno. L’azienda, però, ritarda nel pagare gli stipendi e lui è rimasto senza i soldi necessari per le bollette e le spese essenziali. "Il reddito di cittadinanza mi ha dato sostegno nel momento del bisogno – racconta – ma io ho sempre voluto lavorare, ho fatto di tutto per trovare un’occupazione e non voglio vivere di sussidi. Se l’azienda non mi paga regolarmente cosa posso fare? Lavorare gratis?". Un cortocircuito che Russo, residente a San Vittore Olona, nell’Alto Milanese, ha denunciato attraverso una lettera al Giorno, chiedendo di dare voce al suo "grido di aiuto", perché "fa solo rabbia sentir dire che noi percettori del reddito di cittadinanza siamo sfaticati, persone che vogliono stare per tutto il giorno sul divano".
Barlume di speranza
Andrea Russo vive, con il suo cane, in una casa affittata per 450 euro mensili. A questo si aggiungono le bollette della luce e del gas, le altre imposte, le spese necessarie per vivere dignitosamente. Prima di trovare lavoro percepiva un sussidio mensile di 780 euro, che gli permetteva di arrivare con fatica alla fine del mese. "Ho sempre cercato di darmi da fare – racconta – e in passato ho partecipato anche a un Puc del Comune di San Vittore Olona (i Progetti utili alla collettività attivati dalle amministrazioni comunali per i percettori del reddito di cittadinanza, ndr) lavorando in biblioteca. Dopo tanto tempo speso a cercare, grazie a un annuncio online ho trovato un contratto a termine, inizialmente di 15 ore settimanali. Sembrava un primo passo nel percorso verso una vita autonoma, ma era solo un’illusione".
Gli stipendi mai pagati
Ad assumerlo una società romana, la International Logistic Company, che si occupa di servizi appaltati anche da pubbliche amministrazioni, fra cui il Comune di San Vittore Olona. Russo era stato inquadrato come addetto alle pulizie nel paese dove risiede, un "lavoro a chilometro zero". La firma del contratto di lavoro ha provocato in automatico un ritocco al ribasso del reddito di cittadinanza, perché lui risultava formalmente occupato. Ma, al momento di ricevere lo stipendio, sono sorti i primi problemi. "Dopo tante insistenze mi hanno pagato solo i giorni lavorati ad agosto – spiega – e sono ancora in attesa dello stipendio di settembre. So che anche a Milano e in altre città ci sono stati problemi simili. Intanto mi sono rivolto a un avvocato e al Comune, che mi ha offerto sostegno per sbloccare questa situazione. Così è impossibile andare avanti". Il suo contratto a termine scadrà il 30 novembre, ma Andrea Russo non si dà per vinto. "Io voglio solo lavorare ed essere pagato regolarmente – conclude – chiedo che i miei diritti vengano rispettati".