Andrea Premoli: "Ho subito bullismo mi impegno per includere chi è diverso per disabilità"

Diciott’anni e studente del liceo Bertrand Russell di Milano, è uno dei trenta Alfieri della Repubblica scelti dal Presidente Mattarella

Andrea Premoli

Andrea Premoli

Andrea Premoli, diciott’anni e mezzo, studente all’ultimo anno del liceo Bertrand Russell di Milano, è uno dei trenta Alfieri della Repubblica scelti dal Presidente Mattarella: "Per il sostegno offerto dall’inizio del percorso liceale a un compagno con disabilità", non solo nello studio ma anche invitandolo a feste o a una passeggiata, insomma per "la bellissima amicizia che con lui è riuscito a costruire, facilitandone l’integrazione nel gruppo di coetanei", recita la motivazione. Un impegno esercitato anche attraverso i social "e nel sostegno al progetto "PizzAut", pizzeria gestita da soli ragazzi con problemi psicofisici".

Andrea, come inizia questo impegno? "Dalla mia esperienza diretta: alle medie ho subito tre anni di bullismo, non fisico ma psicologico, perché per il mio aspetto fisico ero considerato “diverso”. Arrivato alle superiori, ho visto che quell’esperienza aveva qualcosa in comune con l’esclusione che sperimentava il mio compagno. A me avevano fatto male delle parole, urlate; nel suo caso le persone lo evitavano direttamente, ed era forse peggio, perché era tagliato fuori da attività che per noi sono comuni, che dovrebbero essere “tipiche” dei giovani".

Perché succede, secondo te? "Penso che in questa società, così ricca d’informazioni, circoli anche l’idea sbagliata che ciò che è diverso sia brutto, qualcosa di negativo. Scoprire la diversità in questa persona a me ha aperto un mondo".

Cosa ti ha dato quest’amicizia? "Mi ha fatto crescere, da un punto di vista mentale, psicologico; riflettendo su tutto quello che ha a che fare con la discriminazione, compreso il razzismo, ho capito che il diverso è qualcosa che bisogna conoscere, esplorare. E che il valore principale che una persona dovrebbe coltivare sia l’empatia".

Com’è andato avanti questo percorso? "Grazie ai miei studi, in particolare di psicologia, ho potuto approfondire il tema e partecipare a progetti scolastici, laboratori con persone affette da vari disturbi che, nel confronto, aiutano a crescere sia chi li ha, sia chi non li ha. Su “PizzAut”, che avevo conosciuto tramite i miei familiari, ho cercato di sensibilizzare cominciando con una storia su Instagram, e ho notato molto interesse tra i miei amici e conoscenti. Queste persone lottano per l’inclusione non solo sociale, ma anche lavorativa".

Quando hai saputo di essere Alfiere? "Ero a lezione d’inglese, la mia professoressa di Psicologia, che mi aveva candidato, mi ha fatto uscire e me l’ha detto. Sono strafelice, non me lo sarei mai aspettato; ora cercherò di portare avanti con ancora più forza le mie idee, perché penso che l’esclusione sociale della diversità sia diffusa tra i giovani ma anche tra gli adulti e, in maniere diverse, in tutte le fasi della vita".

Che progetti hai per la tua? "Mi voglio laureare in Scienze psicologiche dello sviluppo, ho già qualche idea per la tesi. Vorrei diventare un professore di Psicologia alle superiori. È un desiderio che ho sin da piccolo: a tre anni mi mettevo a insegnare ai pupazzetti".

 

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