Un canale inquinato da una serie di scarichi fognari non autorizzati, provenienti dalla vicina zona industriale. A riportare in primo piano la situazione della roggia Colturana è stato, l’altra sera, un incontro-dibattito organizzato nei locali della parrocchia di Colturano da Wwf, Legambiente e Associazione per il Parco Sud.
Il problema degli scarichi che si riversano nel canale si trascina da tempo ed è esploso tre anni fa, quando è stato denunciato la prima volta dalle associazioni ambientaliste. Allora si contavano 31 situazioni non a norma, ossia realtà industriali e artigianali che, anziché essere allacciate al collettore fognario di zona, scaricavano direttamente in roggia. Diverse situazioni si sono nel frattempo normalizzate, ma resterebbero ancora 9 casi d’irregolarità.
"Siamo di fronte a un grave episodio d’inquinamento, non tanto per la vastità del fenomeno, quanto per il fatto che gli sversamenti perdurano presumibilmente da decenni e, almeno fino alla scorsa estate, le acque di quella roggia sono state utilizzate per l’irrigazione dei campi", afferma Renato Aquilani, rappresentante delle associazioni ambientaliste nel direttivo del Parco Sud. Non solo. "Contrariamente a chi sostiene che si tratti di soli scarichi civili, noi riteniamo che ci siano anche sversamenti di natura industriale – prosegue –. Lo dimostrano le analisi commissionate dalle nostre associazioni, che hanno rilevato la presenza, nell’acqua, anche di metalli pesanti. Lo si evince inoltre dalla colorazione e dai miasmi che provengono dal canale".
Contenute in una mozione condivisa dal pubblico in sala, ecco allora le richieste avanzate al Comune di Colturano e alla Città metropolitana di Milano: chiudere al più presto gli scarichi fognari ancora attivi nella roggia e avviare un piano di caratterizzazione dei terreni circostanti, per valutare se e quanto siano stati contaminati. In attesa degli approfondimenti del caso, s’invita a sospendere, in via precauzionale, l’attività agricola che si svolge in quegli stessi terreni.