Milano e gli anarchici: dalle banche alla security, gli assalti rivendicati in 18 mesi

La firma arriva sempre giorni dopo, con note anonime postate sui siti d’area. Ma in alcuni casi recenti i messaggi on line si sono poi rivelati non veritieri

Alfredo Cospito, 55 anni, prima della pesante detenzione

Alfredo Cospito, 55 anni, prima della pesante detenzione

Milano - La rivendicazione dell'ultimo attentato di ieri a Milano non è ancora arrivata, ma i precedenti recenti dimostrano che la "firma" anarchica arriva quasi sempre a distanza di qualche giorno sui siti d’area. Senza contare che in alcuni casi (vedi il presunto raid contro la sede milanese di un’azienda elettronica accusata di fornire materiale alla polizia penitenziaria) i proclami pubblicati on line si sono rivelati non veritieri (scritte datate o danneggiamenti mai avvenuti). La scelta dell’obiettivo può essere giustificata dal fatto che le auto della polizia locale prese di mira erano parcheggiate alle spalle di una sede municipale non presidiata durante la notte.

Tradotto: un bersaglio molto più semplice da colpire rispetto ad altri potenziali obiettivi nelle vicinanze, dal commissariato Ticinese di via Tabacchi al perimetro del carcere di San Vittore. Il ritrovamento del sacchetto con altre sei bottiglie incendiarie in via Montegani può non essere necessariamente un indizio per far pensare ad anarchici che gravitano tra Barona e Corvetto, anche se proprio in quei quartieri (oltre che nell’area delle case popolari di via Gola) la loro presenza è più radicata.

Considerazioni sparse sull’attacco incendiario di ieri in via Balilla, l’ultimo di una serie di assalti andati in scena dall’autunno del 2021 a oggi. E se gli ultimi in ordine cronologico sono stati sempre connotati da messaggi per Alfredo Cospito, l’ideologo della Fai al 41 bis e in sciopero della fame da più di 100 giorni, in passato le motivazioni sono state diverse. La notte tra il 7 e l’8 ottobre 2021, ignoti hanno preso di mira la sede del Partito democratico di via San Faustino, all’Ortica, colpendo le vetrine con un martello: nel messaggio anonimo comparso sul web cinque giorni dopo, si faceva riferimento a un "infame partito" che "tende a favorire l’élite e a peggiorare le condizioni di vita dei meno abbienti".

Esattamente venti giorni dopo, nella notte tra il 27 e il 28 ottobre, sono andate a fuoco in via Ripamonti due auto della società di vigilanza privata Skp, accusata di aver assunto il "ruolo di vero e proprio corpo di polizia e paramilitare, in grado di affiancare le tradizionali forze armate". Poco meno di due mesi dopo, nella notte tra il 21 e il 22 dicembre, l’assalto più fragoroso alla filiale Unicredit di piazza Ohm, con un ordigno artigianale che ha distrutto l’ingresso e gli sportelli bancomat: "Il colosso bancario, presieduto dall’ex ministro dell’economia Padoan, è il secondo istituto di credito in Italia ed è presente in diciotto paesi. Da anni finanzia l’esportazione di armi e sistemi militari e fra i suoi azionisti figura Black Rock, leader mondiale dei fondi d’investimento", il messaggio a San Silvestro.

E arriviamo al 20 maggio 2022, quando su alcuni portali è apparsa la rivendicazione del danneggiamento, avvenuto nove giorni prima, del bancomat di Intesa Sanpaolo in via Rapisardi, a Bruzzano: "Questa azione mira a colpire uno dei tanti affaristi implicati nella guerra in Ucraina", la motivazione, corredata, per la prima volta, da un riferimento diretto al caso Cospito (e non genericamente "a tutti gli anarchici e le anarchiche imprigionati"). Se escludiamo il blitz di cinque incappucciati il 3 settembre a un gazebo di FdI in viale Papiniano, l’ultimo episodio non ha avuto bisogno di conferme postume: in due del circolo Galipettes hanno scalato all’alba del 6 novembre la gru del cantiere di via Verdi della Scala e hanno srotolato lo striscione con la scritta "41 bis=tortura".

 

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