Anagrafe, prima bimba con il cognome di mamma

Un’altra piccola, che ha il papà dello Sri Lanka, fa il “tris“. Due casi dopo la sentenza della Consulta che consente ai genitori di scegliere

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di Marianna Vazzana

Il primato è di due bambine: le prime registrate all’Anagrafe di Milano con il doppio cognome, o solo con quello materno, dopo la sentenza della Corte costituzionale (la 131 del 2022, pronunciata lo scorso 27 aprile) che ha tolto l’automatismo dell’attribuzione del solo cognome paterno. Significa che i nuovi nati portano il cognome, o i cognomi, che i genitori desiderano: frutto di una scelta che si traduce nero su bianco nei registri. E se all’Anagrafe, al momento, risultano “solo“ i casi delle due piccole, i baby milanesi che con la loro nascita hanno già tradotto in pratica la nuova regola sono sicuramente di più, se si considerano tutte le registrazioni che avvengono negli ospedali e che ancora il sistema informatico non differenzia dalle altre. Ci vorrà insomma un po’ di tempo per avere un quadro reale. Lo stesso Comune di Milano precisa che nel caso delle due bambine la registrazione è avvenuta direttamente all’Anagrafe, mentre ancora non sono disponibili i dati di chi ha compiuto le formalità burocratiche negli ospedali.

È nata il 30 maggio all’ospedale Sacco la prima bimba che porta solo il cognome materno, come ha scelto la famiglia. Una conquista. Infatti, anche se era già possibile optare per il doppio cognome (dopo la sentenza della Consulta dell’8 novembre 2016), prima non c’era possibilità di sceglierne l’ordine e soprattutto non si poteva scegliere soltanto quello materno. Nata sempre al Sacco il giorno prima un’altra bimba che porta invece sia il cognome materno e sia quello paterno. Ed essendo il papà originario dello Sri Lanka, cioè “portatore“ di due cognomi, ecco che la piccola ne può sfoggiare tre. Un tris che nell’immaginario comune finora era percepito come segno di “nobiltà“: una collezione di sillabe che testimoniava l’appartenenza al proprio “casato“, da snocciolare a ogni presentazione e che non di rado è diventata anche bersaglio di ironie (si pensi alla contessa Pia Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, il personaggio ideato da Paolo Villaggio che compare in racconti e nei libri di Fantozzi). La sentenza della Corte costituzionale fa dunque anche da livella: basta divario, almeno sulla carta d’identità. Ma c’è da riflettere bene, più che in passato, prima di decidere, perché il rischio è che nascano abbinamenti bizzarri. Un mix che può far sorridere ancora di più se a completare il quadro si mettono in mezzo uno o più nomi scelti ad arte. E se i genitori non sono d’accordo sarà un giudice a intervenire, sia in merito a quanti cognomi attribuire (generalmente entrambi) e sia per l’ordine.

"La sentenza della Corte Costituzionale rappresenta un passo avanti importante, perché va a disinnescare un meccanismo figlio di una cultura fortemente patriarcale, che da sempre ha portato all’attribuzione in automatico del cognome paterno – ha commentato l’assessora ai Servizi civici e generali del Comune di Milano, Gaia Romani –. Già con la prima sentenza, quella del 2016, si era andati nella direzione di equilibrare la scelta, ma oggi finalmente a entrambi i genitori viene garantito il medesimo diritto. Milano è pronta ad accogliere questo importante cambiamento e a raccontare questa possibilità di scelta nella quotidianità, affinché sempre più persone possano conoscerla".

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