Milano, morti per amianto alla Scala: "Bonifica fatta grazie ai lavoratori"

Dossier di comitati e associazioni quando sta per riprendere il processo a carico di 5 ex dirigenti del Piermarini accusati di omicidio colposo per la morte di alcuni lavoratori

Lavori all'interno della Scala

Lavori all'interno della Scala

Milano, 19 febbraio 2020 - Gli «interventi di bonifica» sono stati «ottenuti non per obbligo di legge e per prevenzione, ma per le denunce dei lavoratori, gli unici che hanno posto la necessità di porre rimedio all'inalazione di fibre di amianto da parte degli ignari spettatori del Teatro alla Scala».

Lo hanno spiegato, presentando un «dossier» ai cronisti, i rappresentanti di una serie di associazioni, tra cui il 'Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavorò, nel giorno in cui in Tribunale a Milano è ripreso il processo a carico di 5 ex dirigenti del teatro, accusati di omicidio colposo in relazione alle morti di una decina di lavoratori che avrebbero respirato le fibre killer al Piermarini, prima delle bonifiche dei locali.

II dossier contiene una lista degli spazi con maggior concentramento delle fibre di amianto. Tra questi la famosa Pattona, una mole di lamiera di 17 metri per 12 foderata con stoffa di amianto. "In palcoscenico l' amianto si trovava in diverse forme", spiegano le associazioni, e l' amianto era presente perfino nelle "coperte usate in sala per evitare il pericolo di incendio", ma ci sono anche i "condotti di aspirazione e ventilazione del palcoscenico erano rivestiti di amianto" e "attraverso rivestimenti di amianto arrivava l'aria condizionata anche nel palco reale".

Oggi in aula, davanti alla nona penale, come ricordano anche Medicina Democratica, Associazione italiana esposti amianto e Cub, sta testimoniando un consulente-epidemiologo delle parti civili, Enzo Merler. «Nove lavoratori del Teatro, operai, tecnici, cantanti, musicisti, coristi, direttore d'orchestra, sono stati uccisi dall'amianto», hanno affermato le associazioni. E in una delle scorse udienze «l'unico lavoratore ancora in vita, tra i colpiti dalle gravi malattie asbesto-correlate, ha confermato l'assenza di informazioni sui rischi per la salute, la mancanza di dispositivi di protezione, condizioni di lavoro non rispettose delle norme di sicurezza».

Nel dossier, realizzato, tra gli altri, anche da Roberto D'Ambrosio del 'Comitato ambiente e salute del Teatro alla Scala, viene ricostruita una «breve storia della presenza dell' amianto alla Scala» e le associazioni e i rappresentanti dei familiari dei lavoratori morti ricordano che quello dell' amianto è «un problema ancora aperto, soprattutto a Milano», dove «centinaia di lavoratori sono deceduti» a causa della fibra killer respirata «nei luoghi di lavoro».

Dal punto di vista penale, ad ogni modo, nei vari procedimenti in corso a Milano negli ultimi anni sono sempre arrivate assoluzioni per gli ex manager delle aziende portati a processo nelle complesse inchieste del pm Maurizio Ascione

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