Amianto killer, 5 morti al giorno in Lombardia

Ritardi nelle bonifiche e illeciti modello ex Fibronit: ancora 213mila siti contaminati. "Le malattie proseguiranno fino al 2082"

Bonifiche a rilento

Bonifiche a rilento

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Milano - Più di duemila decessi in Lombardia l’anno scorso, 500 solo per mesoteliomi, per malattie legate all’esposizione all’amianto, avvenuta per più dell’80% dei casi nell’ambiente di lavoro. Una media di oltre cinque morti al giorno, nella regione che conta ancora circa 213mila siti contaminati, su oltre un milione presenti sul territorio nazionale. Una sostanza killer che sta provocando un aumento anno dopo anno dei decessi per patologie con una lunghissima latenza, frutto avvelenato di una esposizione prolungata avvenuta decenni fa, quando dell’amianto si faceva un uso massiccio e senza alcuna cautela. "Milano e la Lombardia – spiega l’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona) – sono ancora l’epicentro delle malattie di amianto per i casi di mesotelioma (più del 25% del totale in Italia) e per le esposizioni, ma la regione è anche la prima nel nostro Paese per lo smaltimento di amianto, con il 28,6%".

Nella sola Lombardia "ci sono ancora 213.483 strutture e 5.639.924 metri cubi di amianto da smaltire" e "le bonifiche stanno proseguendo", anche se "purtroppo a rilento". Si prevede di ultimarle entro il 2032. Continuano, però, le esposizioni e, tenendo conto che l’incubazione può durare fino a 50 anni, "la fine dell’epidemia non sarà prima del 2082". Un percorso a ostacoli, con lavori di smaltimento finanziati con risorse pubbliche finiti al centro di inchieste come quella della Gdf che ha portato al sequestro di un’area di 140mila metri quadrati dell’ex Fibronit di Broni. Per fermare i danni della fibra killer, sottolinea Bonanni, "è necessario accelerare le bonifiche, intensificare la sorveglianza sanitaria e la ricerca per la cura", usando come leva credito d’imposta, fondi europei e Pnrr. 

 

 

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