Lombardia: è allarme stupri, tra treni deserti e gang scatenate

Una ragazza abusata sul convoglio, l’altra assalita in stazione. "Pochi controlli". Caccia fra Milano e Varese ai due violentatori

Polizia in azione (foto di archivio)

Polizia in azione (foto di archivio)

Milano - È caccia aperta, con indagini che si concentrano fra Milanese e Varesotto, alla coppia di stupratori che nella serata di venerdì hanno assaltato due ragazze sul treno Milano-Varese e in stazione. Un raid che fa scattare, ancora una volta, l’allarme per la sicurezza su una linea ad alto rischio. Nel fine settimana i treni si riempiono di giovanissimi, che rincasano dopo aver trascorso la serata a Milano. Treni che all’altezza di Saronno si svuotano, e le carrozze restano sempre più deserte ad ogni fermata intermedia, terra di nessuno dove gang agiscono indisturbate. Controlli rarissimi sui treni, così come nelle stazioni dei paesi e delle cittadine lungo il percorso.

Una situazione che ha spinto gli stupratori ad agire, durante un viaggio da incubo. I due uomini, secondo le ricostruzioni, hanno puntato la prima preda attraversando i convogli del treno. La ragazza, una ventiduenne che stava tornando a casa, era sola. In un istante l’hanno circondata, le sono saltati addosso consumando la violenza sessuale. Poi se ne sono andati, e sono scesi dal treno alla stazione di Venegono Inferiore, dove il raid è proseguito. Non soddisfatti si sono messi a cercare una secondo vittima. Hanno puntato un’altra ventenne che, sola in stazione, stava aspettando il treno diretto verso Milano. La donna è stata avvicinata dai due, che hanno iniziato a palpeggiarla, ma ha trovato la forza di reagire ed è riuscita a divincolarsi, scappando e cercando aiuto. I due, così, sono fuggiti, confondendosi nel buio, tra le strade del paese del Varesotto.

La Squadra mobile di Varese sta dando la caccia ai due pericolosi stupratori e sta vagliando tutte le tracce lasciate sul percorso, a partire dai filmati delle telecamere di videosorveglianza nell’arco temporale in cui sono state consumate le due violenze: dalle 22 alle 22,15. Un quarto d’ora da Arancia meccanica. Le due donne, entrambe di 22 anni, sono state portate in lacrime e sotto choc all’ospedale Del Ponte di Varese, dove sono state prese in carico. Il referto, per una delle vittime, parla chiaro: violenza carnale. L’altra, per fortuna, è riuscita a salvarsi dallo stupro. Gli investigatori hanno raccolto le testimonianze delle vittime e stanno ricostruendo il percorso dei due violentatori, che potrebbero essere saliti sul treno a Milano e forse abitano nella zona di Venegono, a pochi chilometri da Varese. Un percorso che potrebbe essere stato inquadrato dalle tante telecamere di sorveglianza che in queste ore vengono passate al setaccio per dare un volto e un nome alla coppia di criminali. Le indagini proseguono nel massimo riserbo, ma presto potrebbero arrivare una svolta.

Un episodio gravissimo, su una tratta già al centro in passato di allarmi per la sicurezza a bordo dei treni. Passeggere in diverse occasioni hanno subito molestie sessuali, approcci fisici o verbali. Ma l’intervento di persone esterne, altri viaggiatori o controllori, in quei casi aveva scongiurato conseguenze più gravi. Il ricordo torna all’incubo vissuto nel 2018 da una ragazzina di 16 anni. Il 23 settembre, una domenica, un balordo ha incontrato casualmente la minorenne sul treno della linea Saronno-Seregno, l’ha minacciata di morte sostenendo di essere armato di pistola, l’ha costretta a scendere alla stazione di Saronno Sud e a seguirlo. Poi, nella stazione deserta, l’ha trascinata in un angolo appartato e l’ha violentata.

I carabinieri sono riusciti a incastrarlo grazie a Dna, impronte digitali e anche grazie alla descrizione fornita dalla vittima. Il processo di primo grado nei confronti del giovane si è concluso con una condanna a otto anni e due mesi di reclusione. Il giudice è andato anche oltre le richieste della Procura, che per il ragazzo aveva proposto una pena a sette anni di carcere. Al processo, con rito abbreviato e quindi con lo sconto di un terzo della pena, non gli sono state riconosciute neppure le attenuati generiche. Ora il nuovo incubo, a pochi chilometri di distanza. Treni e stazioni terra di nessuno, con convogli completamente vuoti di sera e senza controlli. Anche la Polizia ferroviaria, in carenza di organico, non ha un presidio fisso nelle stazioni. Le telecamere non bastano come deterrente. E le donne, dopo un certo orario, hanno paura a salire a bordo.  

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