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Alessandro Frola, il ballerino del musical Billy Elliot: "La mia Milano è un palcoscenico"

A 15 anni è già una star nel mondo della danza: è stato scelto fra 1.200 candidati Figlio d’arte, ha cominciato da piccolo con un concorso al teatro degli Arcimboldi: "Il mio luogo del cuore è piazza San Babila, mi dà tanta energia" di MASSIMILIANO CHIAVARONE

Alessandro Frola

Milano, 22 gennaio 2016 - «Milano mi piace perché è piena di teatri». Lo racconta Alessandro Frola, 15 anni, attore e ballerino e protagonista del musical “Billy Elliot”, scelto dal regista Massimo Romeo  Piparo tra  1200 candidati. «Stando qui posso arricchire la mia formazione culturale».

La sua prima volta a Milano?

«A 8 anni. Partecipai a un concorso di danza al teatro degli Arcimboldi, tra i candidati c’erano anche mio fratello Gabriele e mia sorella Zara. Il vincitore poi fu Gabriele».

Viene da una famiglia di artisti?

«Sì, i miei genitori sono Francesco Frola e Lucia Giuffrida, entrambi ballerini e hanno una scuola di danza a Parma. Anche mia nonna, Susan James era una ballerina. Prima di imparare a camminare sapevo già fare i passi di danza».

Sul serio?

«Sì, mia madre mi racconta che quand’ero piccolissimo l’unico modo per tenermi fermo era farmi guardare un dvd del balletto “L’uccello di fuoco” di Stravinskij. L’episodio più buffo però è un altro: mi aggrappavo alla maniglia del forno e imitavo i ballerini alla sbarra».

E’ figlio d’arte, c’era da aspettarsi questa precocità. Milano è stata per lei da subito un “palcoscenico”?

«Sì, ma non solo come ballerino, anche come spettatore. Sono venuto spesso qui a vedere molti spettacoli. E tanto per cambiare anche per applaudire uno di famiglia, in questo caso mio zio Roberto Giuffrida che era nel cast della “Bella e la Bestia” al teatro Nazionale. Milano ha una marcia in più».

Cosa vuol dire?

«Rispetto alla media delle città italiane, Milano ha molti teatri in più che propongono tante produzioni interessanti e anche indimenticabili. Ogni volta che ci ritorno mi sento euforico».

E’ una città adatta a un adolescente?

«Sì, offre molti stimoli. Stando qui trovo tante occasioni per allargare i miei orizzonti culturali, mi sembra di essere un po’ a Londra o a New York».

Ma in queste città lei è di casa?

«Ho vinto borse di studio sia per frequentare la scuola estiva dell’America Ballet della Grande mela, sia per il Royal Ballet di Londra. Ci vado spesso. E in futuro devo decidermi se continuare gli studi al Metropolitan di New York, in Canada oppure al Bolshoi di Mosca».

E a Milano c’è la Scala, c’è mai stato?

«Una sola volta. Mi piacerebbe ballarci il “Lago dei Cigni”, è il mio sogno ricorrente. Vorrei tanto interpretare il principe Siegfried, il mio preferito, oppure il principe Désiré de “La Bella addormentata”. Sarebbe fantastico».

La strada di Milano che preferisce?

«Piazza San Babila per tanti motivi. Perché qui c’è il teatro Nuovo dove ho avuto successo con “Billy Eliot” (ora a Torino fino al 31 gennaio, n.d.r.) e la piazza mi sembra un prolungamento del palcoscenico. Mi viene voglia di mettermi a ballare. Del resto per me tutto si trasforma in danza, anche una passeggiata, soprattutto in luoghi che mi ispirano. Non lontano da questa piazza ci sono palazzi moderni: mi sembra di stare sul set di “Fame- Saranno famosi”, quando gli artisti ballavano per le strade. Poi c’è anche una questione affettiva. Mia madre arrivò per la prima volta al Nuovo a tre mesi, perché suo padre, Cesare, era Direttore delle luci e lavorava nella produzione di uno spettacolo in questo teatro. Era destino che dovessi venirci anche io».

E quando ha un po’ di tempo a Milano cosa fa?

«La giro in lungo e in largo. Mi piacciono moltissimo i negozi, hanno sempre qualcosa di più bello rispetto agli altri. Appena posso mi precipito in centro a comprare scarpe da ginnastica, stivali e t-shirts. Poi vado al Duomo, è stupefacente, sembra che le sue guglie si siano formate facendo sciogliere la cera di una candela. Naturalmente scherzo, ma è un monumento che mi affascina molto. E non manco mai di fare una passeggiata lungo i Navigli. La Darsena è uno dei posti che mi ha colpito molto, mi piacerebbe, una volta, fare un giro in barca. Anzi sa cosa le dico?»

No, cosa?

«Amo ballare per le strade di Milano e lancio un’idea: organizzare in città spettacoli di danza dal vivo nei suoi luoghi caratteristici. E’ un modo per avvicinare al balletto tanti coetanei, ma anche ragazzi più giovani che lo ritengono un’arte del passato».

di MASSIMILIANO CHIAVARONE

mchiavarone@gmail.com