L’ex imprenditore Alberto Genovese, attualmente detenuto nel carcere di Lecco, ha presentato ricorso contro il provvedimento di carcerazione. Su di lui pende una condanna definitiva a 6 anni e 11 mesi per aver drogato e violentato due modelle nel 2020. Pochi giorni fa, il 13 febbraio, era tornato in cella dopo aver passato oltre un anno e mezzo in una clinica per disintossicarsi dalla dipendenza da stupefacenti.
Finita la disintossicazione, la polizia ha condotto Genovese nell’istituto penitenziario per scontare la sua condanna. Il ricorso che hanno presentato i suoi avvocati sarà discusso in un'udienza a marzo attraverso un cosiddetto “incidente di esecuzione”, un istituto giuridico attraverso il quale si contestano le modalità con cui è stata eseguita una pena.
Secondo il pubblico ministero della Procura di Milano Adriana Blasco, i reati per i quali è stato condannato sono ostativi alla concessione dei domiciliari e il suo residuo pena, poi, supera i 4 anni.
Ma i legali dell'ex imprenditore, gli avvocati Luigi Isolabella e Davide Ferrari, si sono opposti anche al provvedimento del giudice dell’udienza preliminare Chiara Valori ha emesso la sentenza in abbreviato lo scorso settembre, aveva ricalcolato al ribasso la pena (da 8 anni e 4 mesi a poco meno di 7 anni) dopo la rinuncia ad impugnare in appello della stessa difesa, sulla base delle nuove norme della legge Cartabia.
La difesa, in sintesi, vuole contestare il calcolo che è stato fatto dai giudici e ritiene che, per questo, Genovese debba essere scarcerato. L'udienza su questa opposizione, davanti al giudice dell’udienza preliminare, si terrà il 9 marzo e lo stesso giorno potrebbe esserci anche quella sul ricorso contro la carcerazione.
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