Una ragnatela di conti e società: mister startup, 'povero' con attico

Accusato dello stupro di una ventenne, vita al massimo con un reddito modesto ma interessi in vari continenti

Alberto Genovese 43 anni

Alberto Genovese 43 anni

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Milano, 1 febbraio 2021 - Svizzera e Lussemburgo, Cipro e Isole Cayman, un attico in centro a Milano, una villa a Ibiza, una affittata nella greca Mykonos e un’altra a Formentera. Viaggiano per mezzo mondo gli interessi economico finanziari di Alberto Genovese, il 43enne mago della startup ora in carcere con l’accusa di aver drogato e stuprato per venti ore, durante una delle sue feste, una giovane modella, forse anche le altre sei che hanno sporto denuncia.

Oltre all’inchiesta principale sulle violenze, che da novembre lo tiene in cella a San Vittore, i magistrati hanno avviato su di lui anche un secondo filone di indagini che riguarda per l’appunto gli affari, nonostante i suoi redditi dichiarati negli ultimi anni, secondo gli investigatori sembrino più quelli di un dipendente ben retribuito che non quelli di un magnate dal portafoglio ingombrante. Genovese dunque è indagato anche per intestazione fittizia di beni proprio in relazione ad alcune società a lui riferibili e secondo la Procura “schermate” all’estero. Iscrizione finalizzata ad accertamenti che riguardano presunti profili di frode fiscale e riciclaggio, ma che per ora si è concretizzata solo nell’avvio del lento e complesso compito di accertamento affidato agli uomini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza. Solo in un secondo momento il pm Paolo Filippini, che coordina questo filone finanziario della inchiesta, tirerà le somme e deciderà se avviare le rogatorie all’estero verso gli stati interessati.

La maggior parte della trentina di conti correnti sui quali Genovese ha operato negli ultimi anni, stando agli investigatori, sarebbe comunque in Italia. E al momento, nessuna contestazione specifica è stata ancora rivolta all’imprenditore. Inventore e fondatore di “Facile.it“, colosso nel campo delle assicurazioni, che però vendette nel 2014 per oltre 150 milioni, nel mondo assicurativo digitale Genovese è rimasto fondando “Prima assicurazioni“, che ha guidato fino al momento dell’arresto. Secondo le indagini, “Prima“ appartiene al gruppo svizzero Alej Holding ag, con sede a Finstersee, Cantone Zugo. Le sue quote sono distribuite tra 15 soci, ma la maggioranza del 58,31% è in capo ad Alberto Genovese technologies spa. Quest’ultima società, nata solo due anni fa a Milano, vede Genovese presidente del cda e come soci figurano Agh sa, che ha sede in Lussemburgo, la stessa Alej Holding Ag e Tda industries Gmbh, di diritto svizzero ma controllata da Zanjero Limited con sede a Nicosia, Cipro.

Questo però, è solo il nucleo forte degli affari di Genovese, che poi mantiene direttamente o indirettamente partecipazioni in società impegnate in attività diverse, tutte controllate da ex soci, amici o parenti, tutte con sede legale in Italia, per lo più a Milano. E poi, in questo oceano di denaro, di azioni, di case e di coca, ci sono anche 18 milioni ancora da decifrare, fatti arrivare tre anni fa da Genovese – con bonifici a firma di due notai milanesi – a due società con sedi una a Cipro e l’altra alle isole Cayman.  

 

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