Milano, insulti e sputi al Pronto soccorso: aggrediti infermiere e vigilante

Due pazienti dell’Oftalmico danno in escandescenza per un caricabatterie

L'ospedale Fatebenefratelli

L'ospedale Fatebenefratelli

Milano, 18 giugno 2019 - Pare che sia stata la questione di dove attaccare il caricabatterie di un telefono la causa scatenante della furia di due persone in attesa al pronto soccorso del Fatebenefratelli Oftalmico che, intorno alle 16.45 di domenica pomeriggio, avrebbero iniziato a discutere tra loro e poi con la guardia giurata in servizio nel reparto, prendendosela anche con l’infermiere addetto al triage che era intervenuto a cercare di placarli. Sono volati insulti e sputi, e anche «pugni e minacce di morte da parte di due cittadini, padre e figlio», secondo il delegato dell’Usb che ha denunciato pubblicamente l’episodio.

All’Oftalmico sono arrivati i carabinieri, due pattuglie del Nucleo Radiomobile hanno riportato la pace in sala d’attesa e invitato i litiganti a sporgere denuncia. Il sindacato di base annuncia un presidio per protestare: «I tempi di attesa esasperano gli utenti che riversano la loro rabbia» contro «il personale sanitario, sempre in prima linea». Quello delle aggressioni ai lavoratori della sanità è un problema grave, noto e sottostimato (secondo la Fiaso, Federazione di Asl e ospedali, in due casi su tre non viene presentata denuncia), in tutta Italia e anche a Milano dove lavoratori e sindacati, da anni, chiedono un maggior presidio delle forze dell’ordine per arginare un «far west» di parenti violenti e pazienti in agitazione psicomotoria che devastano reparti. L’estate scorsa al Pirellone ci fu un megavertice tra i dirigenti delle aziende sanitarie e dei commissariati milanesi, l’ex questore Marcello Cardona (oggi prefetto a Lodi) lanciò un’“operazione ospedali sicuri”. Ieri il capogruppo di FdI Franco Lucente ha ricordato la sua proposta di legge sullo stesso argomento, che sarà presentata domani in Commissione regionale Sanità, auspicando sia «approvata in tempi celeri».

L’Usb accusa anche l’Asst Fatebenefratelli-Sacco: «Al pronto soccorso c’è un solo medico e un solo infermiere deve fare il triage e assisterlo», domenica poi «erano impegnati in una gravissima emergenza con un bambino di quattro anni che si era conficcato una forbice nell’occhio». Dall’Asst fanno sapere che al Ps Oftalmico erano in servizio un medico (e un altro era reperibile), due infermieri e un operatore socio-sanitario, e che questo è in linea con i criteri stabiliti dalla Regione. Al pronto soccorso oculistico, presidiato da una guardia giurata (non è così in tutti i reparti d’emergenza milanesi), domenica ci sono stati 62 accessi tra le 14 e le 20. Uno in codice giallo (il bambino della forbice), 21 in codice verde. Gli altri 40 erano codici bianchi, hanno pagato 25 euro di ticket perché per il loro problema non avrebbero avuto bisogno del pronto soccorso: gonfiori, bruciori, fastidi che si trascinano da giorni o anche da un mese, e avrebbero potuto esser visti dal medico di base o senza urgenza da un oculista.

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