"Aggredita da un rapinatore. Pensavo che mi avrebbe uccisa"

Francesca Mattiucci, responsabile di un negozio in corso Buenos Aires, ha riportato 30 giorni di prognosi. L’uomo l’ha scaraventata in strada e l’ha presa a calci in viso. "Non dormo più. Andrò dallo psicologo"

Migration

di Marianna Vazzana

"Alla ragazza che mi ha soccorso ho detto con un fil di voce: “Sto morendo“. E lo pensavo davvero. Il dolore era atroce. Non mi sentivo più le gambe. Ricordo che in ambulanza mi parlavano. Poi, il buio. Mi sono risvegliata in ospedale". Francesca Mattiucci, di 29 anni, responsabile di un negozio d’abbigliamento in corso Buenos Aires, è stata aggredita da un rapinatore mentre era al lavoro la mattina di sabato 21 maggio. Il motivo? Lo ha sorpreso a rubare e ha cercato di chiamare le forze dell’ordine, scatenando la sua furia. "Ho riportato un trauma cranico commotivo, fratture sparse e tumefazione al volto, con prognosi di 30 giorni. I medici hanno detto che sono stata una miracolata. Ma sarà dura riprendere in mano la mia vita. Non dormo più. Andrò da uno psicologo". Su Instagram ha raccontato quello che le è successo e il suo caso è stato ripreso da Carmelo Abbate sul Podcast “Storie degli altri“ e sulla pagina Instagram di Milanobelladadio.

Cos’è successo?

"Avevamo aperto da poco il negozio, erano le 10.30 del mattino. Con me c’erano sei commessi. A un certo punto è entrato un uomo. Ha preso delle magliette da provare e si è diretto verso i camerini. Una delle ragazze gli ha fatto presente che avrebbe potuto portare con sé un solo capo alla volta ma lui non l’ha ascoltata ed è entrato in camerino con più maglie. A quel punto sono intervenuta: ho notato da fuori che si era tolto i pantaloni e mi sono insospettita (avendo lui preso delle magliette) così ho tirato la tenda del camerino sorprendendolo mentre cercava di tagliare le placche anti taccheggio con delle cesoie".

E come ha reagito?

"Gli ho urlato “Cosa stai facendo?“. E ho visto i suoi occhi cambiare: erano pieni di rabbia. Io ho provato una sensazione strana, un misto di gelo e calore. Mi sono sentita in pericolo. Mentre cercavo di chiamare la polizia, quell’uomo ha tentato di buttarmi addosso una scaletta e poi mi è venuto addosso come un ariete, scaraventandomi fuori dal negozio. Per un soffio non ho sbattuto la testa contro uno spigolo. Poi ha continuato prendendomi a calci in faccia e in testa. Caso vuole che il mio fidanzato, appena arrivato per salutarmi, abbia visto la scena. Mentre una delle mie colleghe mi soccorreva, lui si è lanciato all’inseguimento del rapinatore che si è dato alla fuga. Io pensavo che di lì a poco sarei morta".

Adesso come sta?

"Fisicamente mi sto riprendendo a poco a poco: cammino, ed è già un traguardo. Certi giorni non riesco a guardarmi allo specchio. La strada è lunga. E non mi sento tutelata, c’è poca sicurezza nella zona di corso Buenos Aires".

Il rapinatore?

"Ho saputo che è stato arrestato dalla polizia. Mi risulta sia un gambiano con diversi precedenti penali".

Ha ricevuto messaggi di solidarietà?

"Una valanga. Tanta gente mi ha scritto. Io, che mi sono sempre mostrata al meglio sui social, ho voluto pubblicare il mio volto con i lividi per dire a tutti di non avere timore di mostrare la realtà, la vita vera, anche quando si vorrebbe nascondere. Ringrazio tutti e in particolare il mio fidanzato Alessandro che mi supporta ogni giorno".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro