MARTINA CARNOVALE
Cronaca

AAA Adottasi Robot da compagnia, ecco la passione di Massimo Sirelli/ VIDEO

Trentacinquenne, di origine calabrese, ha creato il sito adottaunrobot.com

IN CERCA DI CASA Sopra Massimo Sirelli e sotto alcune delle sue creature: Gennaro ù Napulitano, Amanda Bertolini e Alfredo

Milano, 8 novembre 2016 - «Ho il cuore tenero e le mani bucate. Un tempo lavoravo al porto di Barcellona come guardiano notturno, ma la salsedine e il freddo della notte mi facevano arrugginire le ginocchia e me ne sono tornato al paese. Nella testa ho una vecchia presa d’aria e vorrei usarla per farci entrare sogni, idee e tanto amore». Così si presenta Tonino, uno degli oltre quaranta robot in attesa di adozione costruiti da Massimo Sirelli, trentacinquenne di origine calabrese che ha creato il sito adottaunrobot.com. Tonino e i suoi fratelli sono in cerca di una casa, di una mamma e di un papà, di due mamme o di due papà, insomma di qualcuno che se ne prenda cura. Il loro creatore ha fondato nel 2013 la prima casa adozioni di Robot da compagnia al mondo e, da allora, ha dato in affidamento 91 delle sue creature. L’unico criterio su cui si basa per scegliere i genitori adottivi dei suoi bimbi è la lettera motivazionale che ogni candidato deve redigere se vuole essere inserito nella lista d’attesa. «A volte – spiega – la prima cosa che mi chiedono gli aspiranti genitori quando mi contattano è il costo. In quei casi io rifiuto quasi sempre la richiesta perché non mi piace seguire il criterio economico». Infatti, i suoi lavori sono costruiti assemblando non solo materiali di scarto raccolti in giro per il mondo, ma anche oggetti personali appartenuti a lui o alla sua famiglia.

«Questo – ci tiene a ribadire il concetto – fa sì che per me abbiano un valore non quantificabile, per cui l’unico criterio che seguo per assegnarli è la fantasia. Se mi accorgo che l’utente sta sognando quando mi scrive, allora so che tratterà bene il mio robot e sono tranquillo a lasciarlo andare». Tra le lettere motivazionali più belle che ricorda c’è senz’altro quella di Daniele, responsabile delle attività produttive dell’azienda calabrese Guglielmo caffè spa, che ha adottato Capitan Futuro, il cui busto è costituito da una latta Guglielmo degli anni 80. Massimo racconta che «lo ha conquistato con parole semplici: “credo – ha scritto - che mio nonno, il fondatore della società, lo rivorrebbe a casa’’». Lo scorso weekend Sirelli ha tenuto una serie di workshop all’Accademia dei bambini della Fondazione Prada di fronte a decine di bimbi di ogni età. I laboratori si sono inseriti in un progetto intitolato “Burattini, marionette… robot e bambini veri’’ nell’ambito del quale, con laboratori, rassegne cinematografiche, e appuntamenti, è stato esplorato il tema dell’empatia dei bambini nei confronti dell’oggetto inanimato. L’obiettivo degli incontri? Aiutare i bimbi a costruire un robot da compagnia.

I più piccoli si inseriscono nel progetto di Massimo perché «in età adulta ho deciso di tornare bambino, visto che non ho potuto esserlo al momento giusto». Lavorare con i più giovani è più semplice perché «per loro avere un robot non deve significare molto di più di quello che già sanno. Per i bambini, infatti, far finta che una cosa inanimata viva e abbia dei sentimenti è una cosa naturale. Sono i grandi che fanno lo sforzo maggiore». E infatti ai venti bambini che alle 14.30 in punto sono riuniti attorno al tavolo di lavoro non serve nessuna spiegazione. Si tuffano nel gioco senza esitazione e, alla fine della giornata, ognuno di loro ha un nuovo amico fatto di bottoni, mollette, tappi di sughero e scatole di cartone.