
di Marianna Vazzana
Sarebbe dovuto andare in scena nello spettacolo “O mi bela madunina“, nel suo Teatro della Memoria, che aveva fondato e che dirigeva. Ma Aleardo Caliari è morto giovedì, all’età di 77 anni. "Ci ha lasciati il 10 marzo – si legge sul sito del teatro –. Oggi presentiamo ugualmente lo spettacolo in programma, d’accordo con la direzione e la compagnia". In onore del suo “papà“, che vestiva anche i panni del Meneghino, la maschera milanese per eccellenza. Se n’è andato mentre era in villeggiatura a Grimaldi di Ventimiglia (Imperia), assieme alla moglie Gianna: è stato colto da malore, nel tardo pomeriggio. "Dovevamo tornare oggi a Milano (ieri per chi legge, ndr) – racconta la moglie –. Improvvisamente, a due passi da casa, si è sentito male". Non è chiaro se si sia trattato di ictus o infarto; purtroppo però, non c’è stato modo di rianimarlo. "Era un uomo particolarmente colto – conclude – che con il teatro da lui fondato nel 1998 e dal quale sono passati i maggiori intellettuali di Milano, cercava di difendere l’identità culturale, non solo della propria città". Dopo un esordio come cabarettista, l’attore era stato anche direttore del cabaret “La ribalta“ e insegnante della civica scuola di teatro “Paolo Grassi“. Aveva collaborato con Walter Valdi, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber. Dal 2007 era la maschera di Meneghino del Carnevale di Milano, mentre nel 1998 aveva inaugurato il Teatro della Memoria di via Cucchiari, in zona Cenisio, dopo averlo ristrutturato a sue spese. Da ragazzo aveva studiato all’Università degli Studi di Milano e si era diplomato al liceo classico Manzoni.
Nel 2018 si era presentato a Palazzo Marino per protestare in maniera teatrale, indossando i panni del Meneghino, contro la scelta di non organizzare neppure un "festeggiamento simbolico" con i costumi tradizonali. Quell’anno il Covid non esisteva ancora ma il tradizionale corteo nel centro storico fu annullato per motivi di sicurezza: costi presumibilmente troppo elevati, in base alle misure previste dal decreto Minniti. "Ma perché il sindaco non incontra neppure le maschere tradizionali?", si era chiesto Meneghino, alias Aleardo Caliari, che il sabato grasso si presentò in piazza Scala. "Anche se il corteo in centro è stato annullato, non si devono cancellare le maschere della tradizione". Da qui, la visita. "Signor sindaco, ven fora", l’urlo all’ingresso, in milanese. Meneghino si era fatto strada lanciando coriandoli tra i bambini in costume e, con piglio deciso ma sempre sorridente, si era diretto prima in portineria e poi nel cortile di Palazzo Marino, diventando subito protagonista, applaudito da grandi e piccoli.
Moltissimi i messaggi pubblicati sui social per dire addio all’artista. "Un ricordo speciale a un uomo di spettacolo capace di trasmettere l’amore per l’arte del palcoscenico e coinvolgere tutti con la sua allegria e grandissima professionalità – scrive su Facebook l’attrice Susanna Valeria Rossoni –. Il teatro milanese e non solo ha perso il mattatore dei cuori!". "Mi sono preso un po’ di tempo per passare dal Teatro della Memoria a Milano, un doveroso saluto ad Aleardo Caliari, un ribelle prestato alla prosa – le parole del comico Daniele Raco –. La settimana passata con lui fu una lezione di vita e di amore per il palco. Mi auguro e auguro a tutti noi che questo luogo continui ad esistere, perdere questi spazi è un delitto".