
di Laura Lana
La città perde una delle sue colonne, che aveva contribuito a recuperare e tramandare la storia della città e dei suoi cittadini. Giuseppe Valota, 83 anni appena compiuti, se ne è andato, lasciando nello sconforto la comunità. "Un dolore molto profondo per me e una perdita grave per la città – ha commentato l’ex sindaco Giorgio Oldrini –. Peppino, un uomo di una simpatia umana straordinaria, ha dedicato la sua vita a far vivere la memoria della deportazione e della Resistenza. Con passione, con rigore, senza odio".
Figlio di Guido, deportato politico caduto a Mauthausen, Valota era presidente dell’Aned di Sesto e di Monza, ricercatore instancabile e certosino che ha fatto dell’associazione sestese una delle più importanti a livello europeo. Da anni, insieme a VentimilaLeghe, era il promotore dei pellegrinaggi ai campi nazifascisti, che fino a oggi hanno coinvolto migliaia di studenti di tutto l’hinterland. "Con lui sono entrato nella camera a gas di Mauthausen, ma ho anche riso alle sue battute, spesso dette in milanese – ha ricordato Oldrini –. Avevamo parlato solo qualche giorno fa e avevamo sognato un altro viaggio finalmente con tanti ragazzi a maggio. Se sarà possibile, sarà in suo nome". Durante gli anni della pensione, aveva messo in fila tutti i nomi e i luoghi dei deportati sestesi, incontrato e intervistato i figli di chi non è più tornato dai campi di sterminio: un lavoro poi diventato lo spettacolo teatrale di Renato Sarti “Matilde e il tram per San Vittore”, in cartellone per due anni al Piccolo Teatro, a Torino, a Bergamo. Proprio nel 2019 il Comune di Bergamo gli aveva conferito la benemerenza per il suo impegno nella ricerca dell’identità dei deportati dell’area industriale sestese e di quelli passati da Bergamo: 800 racconti per un lavoro fondamentale per recuperare un pezzo di storia che altrimenti sarebbe andato perduto.
"Ci sentiamo tutti più soli senza Peppino", ha commentato Roberto Cenati, presidente provinciale dell’Anpi. "Ci mancherà tantissimo. Non dobbiamo dimenticare lui né quello che ha fatto: la memoria è la forza che ci rimane", ha sottolineato Natascia Magnani, ex assessore di Cinisello Balsamo. Valota era stato il promotore del patto di amicizia tra Sesto e Langhenstein, dove sorge il lager di Gusen, e da anni collaborava con l’Anpi per lo storico concorso “Sesto e i suoi studenti”. "La storia non va mai strumentalizzata, ma non può esserci una sorta di par condicio tra oppressori e oppressi. Senza memoria non può esserci futuro", ricordava in tutte le occasioni.