
Addio a Elisabetta Fabbrini Propose le vaccinazioni notturne
SESTO SAN GIOVANNI
"Sul giornale mettete una foto in cui sorride. Lei sorrideva sempre", dice una persona che ha lavorato con Elisabetta Fabbrini, la direttrice generale dell’Asst Nord Milano morta dopo una lunga battaglia contro una malattia scoperta tre anni fa, all’inizio della pandemia. E che ha affrontato, raccontano i suoi collaboratori, senza perdere il sorriso e senza smettere di lavorare, neppure quando era provata dalle terapie: fino alle sue ultime ore ha dato indicazioni su progetti aperti e lanciato idee. Come Fabbrini, toscana, sessant’anni compiuti da poco, ha fatto per oltre quattro anni alla guida dell’azienda socio-sanitaria territoriale degli ospedali di Sesto e Cinisello, cui appartenevano fino a poco tempo fa pure una ventina di poliambulatori a Milano, molti trasformati o trasformandi in Case di comunità.
E come aveva fatto anche prima, da direttrice generale dell’Asst Bergamo Ovest di Treviglio e prima ancora da dirigente negli ospedali di Busto, Gallarate e San Paolo di Milano, dov’era arrivata dal Meyer di Firenze più di 23 anni fa. Con un’attenzione speciale alla sanità territoriale, molto prima che i fondi del Pnrr la facessero diventare una priorità per i dg degli ospedali lombardi. "È una giornata triste per il sistema sanitario lombardo", hanno detto il presidente della Regione Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, annunciando la morte della direttrice e mandando "un abbraccio ai suoi familiari, amici e al personale dell’Asst Nord Miliano, che le sono stati accanto fino alla fine". "Era un’ottima professionista che non ha mai anteposto il suo bene a quello della comunità – ricorda il governatore –. Come una guerriera, piena di passione e amore per il suo lavoro, ha lavorato notte e giorno, nonostante il fisico indebolito, per fare in modo che la sua azienda offrisse ai cittadini le cure e l’assistenza di cui avevano bisogno. Non dimenticheremo mai il suo impegno e la sua dedizione, fino all’ultimo giorno".
Nell’ora buia della pandemia, nonostante la malattia e "l’organico ridotto di un’Asst certo non tra le più grandi della Città Metropolitana", sottolinea l’assessore Bertolaso, "la dottoressa si è distinta", prima con l’iniziativa "di aprire il primo drive-thrugh per i tamponi", poi con quella delle vaccinazioni notturne: "Nessuno tra il personale osava dirle di no, perché era un capitano capace di fare squadra, dando sempre per prima l’esempio". Giulia Bonezzi