Milano, 31 ottobre 2024 – “Mi chiamo Adam ma per tutti, qui, sono Bobo”. Agile, passa dalla cassa agli scaffali come se avesse sempre lavorato dentro un supermercato. D’altronde, ha alle spalle un periodo di osservazione durato più di 20 anni, dal suo punto privilegiato oltre le porte automatiche del supermercato Carrefour Express di via San Senatore 16, a ridosso di via Santa Sofia, in pieno centro. Sì. Perché Adam Gaye, senegalese di 52 anni, ogni giorno si posizionava sul marciapiedi con il suo banchetto per vendere ombrelli, batterie e altro. Ma ora non più. “Ora sono un dipendente del supermercato”, dice con fierezza.
Il cambio di sponda
Assunto a tempo indeterminato il 14 ottobre. Orgoglioso mostra la sua divisa con maglietta verde prato e gilet nero. Felice di lavorare sotto un tetto, non più esposto al freddo invernale e al caldo estivo, “e di avere – sottolinea – finalmente uno stipendio e delle tutele”. Dopo oltre 20 anni, insomma, ha accantonato il suo banchetto ed è stato accolto dentro il negozio in qualità di dipendente grazie all’imprenditore Giovanni Dessena, titolare del supermercato, che lo ha voluto nella sua squadra.
“Da luglio 2023 – spiega Dessena – gestisco questo punto vendita con l’impresa Numi Srl e fin da quando sono arrivato molta gente del quartiere ha speso belle parole per Adam, chiedendomi di fare qualcosa per lui, di offrirgli un’occasione. L’ho osservato tanto, mentre lavorava fuori, al suo banchetto, e sono rimasto stupito di quanto le persone si fidassero di lui. Sempre gentile con tutti, non si è mai tirato indietro, ha sempre accompagnato gli anziani e portato loro la spesa fino a casa, da qui fino a San Babila e a Porta Romana”.
La fiducia dei titolari
Insomma, nella zona è considerato un punto di riferimento e una persona estremamente affidabile. “Addirittura – continua Dessena – c’era chi gli metteva in mano il proprio bancomat per il pagamento della spesa e pure le chiavi di casa”. Adesso “faccio un po’ di tutto – racconta Adam –, sistemo la merce sugli scaffali, la scarico in magazzino quando arriva, rispondo ai clienti, sto in cassa”. E “stare in cassa – sottolinea Dossena – vuol dire avere la piena fiducia, visto che si maneggiano soldi”.
Adam ha realizzato il suo sogno dopo quasi 30 anni di vita in Italia. “Sono arrivato in questo Paese 28 anni fa – racconta – e ho svolto più lavori. In particolare sono stato metalmeccanico in una ditta di Limbiate. Poi ho fatto domanda per vendere merce con un banchetto all’aperto. Dopo l’ok, ho cominciato. E l’ho fatto per 25 anni. Sono regolare in Italia, voglio vivere onestamente e mandare il mio stipendio a casa, in Senegal, dove vivono mia moglie e i nostri tre figli di 20, 16 e 5 anni, che non vedo da tre anni”.
Famiglia da riabbracciare
Adesso che ha un lavoro, però, sta già programmando il viaggio: “Andrò a trovarli a gennaio”, assicura. E, dopo l’assunzione, pensa al suo prossimo sogno da realizzare: “Portare in Italia la mia famiglia. Sarebbe straordinario poterci unire in una casa nostra”. Ora condivide un alloggio con altri coinquilini in zona Precotto. In mezz’ora, sono in tanti a rivolgersi a lui, tra clienti e colleghi. Il nome “Bobo“ risuona tra le corsie. Perché, Bobo? “Una signora – risponde Adam – mi ha chiamato così una volta associandomi a Bobo Vieri, perché sono tifoso dell’Inter. Da allora sono Bobo”. Dessena sorride: “Io sono juventino. Se lo avessi saputo prima, non lo avrei assunto”. Tutto il supermercato ride.