Ex Sarinox, dopo il presidio davanti ai cancelli dell’altra mattina c’è la proroga richiesta da nuova azienda e sindacati, un mese e mezzo ancora per la definitiva acquisizione da parte di Ssc (Stailness steel center) e per sventare definitivamente il rischio chiusura.
"Dal subentrante – così Fiom Cgil – ora ci aspettiamo il mantenimento degli impegni presi. E che arrivino le garanzie richieste dal curatore". Era scattato l’altra mattina, a pochi giorni dalla scadenza dei termini dell’affitto di ramo d’azienda alla Ssc, successivo al fallimento Sarinox del 2020, un nuovo presidio davanti alla storica azienda di lavorazioni di metallo di via Alfieri. Fra pochi giorni, il 28, sarebbe scaduto il termine dell’affitto di ramo e sarebbe dovuta scattare l’acquisizione da parte di Ssc, "garanzia di un futuro – è scritto in una nota di Fiom – per i 42 dipendenti e possibilità di assunzione per i 19 in cassa".
Fra curatore e azienda acquirente tuttavia la situazione è ancora in sospeso, per garanzie insufficienti. Il timore è il naufragio dell’intera operazione, "si rischia la chiusura definitiva". Nella stessa giornata del presidio una riunione del comitato dei creditori, e, in serata, "quelle che possiamo considerare ad ora buone notizie – dice Francesco Furone di Fiom –. La proroga richiesta è stata concessa, il curatore fallimentare si è detto disponibile a collaborare nella ricerca di soluzioni alle problematiche pregresse. Certo, ora la palla passa a Ssc. Cui chiediamo il mantenimento degli impegni presi. Che si trovino le soluzioni per garantire un futuro occupazionale".
Il fallimento, per la storica azienda ex gruppo Sassoli specializzata nella produzione di laminati in metallo, era arrivato nel 2020, dopo la cassa Covid. Alle spalle i lavoratori avevano già diversi anni tribolati sul fronte sindacale.
Monica Autunno
Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro